Sul traffico di esseri umani: tragico problema di questo secolo
Roma, 25 luglio -Su Infodifesa del 20 luglio 2015, abbiamo letto: “”Mare Sicuro, Ministro Difesa: “Siamo orgogliosi, partecipiamo con 800 uomini, nave Cavour, 2 elicotteri, un sommergibile e 2 velivoli “Predator””
“Orgogliosi dei nostri militari e del coinvolgimento dell’Europa”. Lo ha dichiarato il Ministro della Difesa, Roberta Pinotti in occasione della visita avvenuta venerdì scorso nel Mediterraneo centrale ai Militari impegnati nelle missioni “Mare Sicuro” ed “Eunavformed”.
Lo riferisce in un comunicato il Ministero della Difesa. Il Ministro è giunto prima a bordo della nave Bergamini dove ha incontrato il personale della missione militare “Mare Sicuro” che dal 12 marzo garantisce gli interessi strategici del Paese attraverso la protezione delle linee di comunicazione, dei natanti commerciali e delle piattaforme energetiche off-shore nazionali. Successivamente il Titolare della Difesa ha raggiunto la nave Cavour, Unità ammiraglia della missione europea “Eunavformed”, iniziata il 27 giugno scorso. Nel rivolgersi ai militari la Pinotti ha espresso soddisfazione per il lavoro svolto: “la nascita di una missione europea, che si è data l’obiettivo di sconfiggere il traffico di esseri umani incredibile e inaccettabile, è un successo dell’Italia”. La Pinotti ha concluso notando che “essere riusciti a responsabilizzare l’Europa e a coinvolgerla nella sicurezza del Mediterraneo è un traguardo importante di cui essere fieri e orgogliosi anche per far crescere quell’Europa della difesa in cui l’Italia crede”. Attualmente nella missione sono impegnati oltre 500 uomini e un dispositivo aeronavale composto da quattro navi e un team di protezione marittima con aeromobili e velivoli a pilotaggio remoto e da ricognizione elettronica. Ad oggi sono 14 i paesi europei che hanno aderito all’iniziativa (Italia, Regno Unito, Germania, Francia, Spagna, Slovenia, Grecia, Lussemburgo, Belgio, Finlandia, Ungheria, Lituania, Paesi Bassi e Svezia). Ora un’analisi e una proposta sull’intera materia. La prima, proviene dalla Direzione Antimafia della Procura della Repubblica di Palermo dove sarebbe stata acquisita l’informazione che i boss dei traffici non sarebbero arabi e musulmani ma farebbero riferimento a etiopici, eritrei, somali e sudanesi, popolazioni cristiano copte o cattolici di rito copto. Inoltre, sussisterebbe una cupola mafiosa che sarebbe collegata ad eritrei da tempo in Italia. Secondo le indagini in parola i migranti, se non in possesso di denaro, sarebbero garantiti da connazionali che vivono in Europa. Tracce di tali operazioni sarebbero state individuate in America, Germania, Inghilterra, Norvegia e Israele. I depositi miliardari si troverebbero, ovviamente, a titolo temporaneo, a Dubai.
Dopo la breve analisi testè conclusa, comunque illuminante sulle realtà che ci circondano, andiamo alla proposta strategica.
La proposta parte dal fatto che è lapalissiano che per l’indifferenza dell’UE e il disinteresse dell’ONU si dovrebbe indurre la forte azione dei respingimenti assistiti. Risulta chiaro che tale attività fa parte delle legittime prerogative di uno Stato sovrano e che l’Italia potrebbe gestire in autonomia con i mezzi navali e aerei già schierati nel Canale di Sicilia. Basterebbe, per assicurare tale dispositivo, lo schieramento di truppe già esistente con l’Operazione Mare sicuro. I profughi, a seguito di ciò, verrebbero soccorsi in mare appena salpati. Gli stessi, quindi, non sarebbero provati da possibili, probabili infernali navigazioni, al riparo da naufragi possibili, come abbiamo visto, con migliaia di morti. Fatti così confluire sulla nave più grande e identificati, i profughi sarebbero ricondotti sulla costa di partenza, quella libica, in gruppi contenuti di numero con i mezzi da sbarco e con la tutela dei Fucilieri di Marina. A seguito di ciò si potrebbero trattenere e curare feriti e malati assicurando generi di prima necessità prima di sbarcarli. Le Truppe italiane, qualora tale dispositivo dovesse essere approvato, ma ci crediamo molto poco che si verifichi, permarrebbero sul suolo libico solo per tali operazioni, ovviamente con la protezione delle forze areonavali.
Il top sarebbe che ciò avvenisse con il placet di talune forze della Libia e il consenso…. lontano… dell’ Onu…….