Roma. Nellambito della progetto Serate donore, la rassegna dedicata ad attori e registi contemporanei che raccontano il loro rapporto con unopera delezione, Glauco Mauri propone Lultimo nastro di Krapp, lunedì 5 dicembre ore 21 presso il Teatro Argentina (ingresso libero).
(Glauco Mauri)
Il grande artista reciterà sul nuovo palcoscenico dellArgentina appositamente montato in platea, una suggestiva collocazione creata prolungando il palco fino a metà della sala, un omaggio al teatro e al pubblico per intessere un rapporto ancora più intenso e intimo con la scena e il suo attore.
Glauco Mauri fu il primo, nel 1961 con la regia di Franco Enriquez, ad interpretare Krapp in Italia. Oggi, in una singolare coincidenza attore-personaggio, Mauri dialoga con la propria voce registrata cinquantanni fa.
Ne Lultimo nastro di Krapp lo scrittore irlandese, con poche pennellate, disegna il quadro di una vita.
In scena un uomo solo, seduto a un tavolo con un magnetofono e con le bobine che ha inciso nel corso degli anni. È un uomo che fugge dal mondo, chiuso in una stanza spoglia nella quale ritualmente, alla ricorrenza di ogni suo compleanno, riascolta i vecchi nastri registrati, ricordi e speranze del passato che riemergono dal buio, che cozzano con la desolazione di un presente amaro. Krapp è un rottame, un essere squassato dallesistenza, un uomo che ha scoperto la sua solitudine, che lotta con la sua voce, fra se stesso e il proprio fantasma fatto di suoni e di pensieri invecchiati.
Un esempio lucido della concezione moderna della tragedia, nella quale gli dei sono la voce metallica di una macchina.
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