Certezze tutte da verificare
Roma, 19 settembre – La riforma costituzionale riguardante il superamento del bicameralismo perfetto con la soppressione del Senato, continua ad essere un vero e proprio “pomo della discordia” tra governo ed opposizione, sia interna che esterna allo stesso PD.
L’attivismo ed il decisionismo del personaggio Renzi, che ha fin qui conquistato simpatia ed apprezzamento tra gli Italiani, rischia ora di appannarsi soprattutto per le ostentate sicurezze tutt’altro che scontate e verificate.
Questo suo aspetto caratteriale e comportamentale, ha finito per contagiare tutti i suoi più stretti collaboratori ed, in particolare, il suo ministro delle riforme, Maria Elena Boschi, la quale dà la sensazione di essere più che una politicante, una chiaroveggente lungimirante prestata alla politica.
Una delle prime lezioni impartita nelle scuole di tutto il mondo è che “la matematica non è un opinione”, ma è assai verosimile che non tutti abbiano fatto tesoro di questo insegnamento.
Ricordiamo soltanto a coloro che, per motivi diversi, non seguono la politica da vicino, che i senatori sono 315, oltre a quelli nominati a vita ed agli altri aventi diritto come ex capi dello Stato.
Ebbene, facendo i cosiddetti “conti della serva”, il PD ed i suoi alleati di governo non raggiungono la maggioranza, stando alla intransigenza dei dissidenti DEM ed ai forti “mal di pancia” accusati da un gruppetto di alfaniani.
Se ne deduce che quest’ottimismo infarcito da tutta questa sicurezza, poggia su accordi stipulati sottobanco con esponenti del gruppo misto ed altri cani sciolti.
Tuttavia, una vittoria di Renzi, basata su questi presupposti, non credo soddisfi molto i buongustai della politica dell’attuale governo.
Particolare non irrilevante: Alfano, Verdini, Fitto ed altri sono stati eletti nel listone del centro-destra sotto l’insegna “Berlusconi Presidente” e, gli stessi elettori, difficilmente voteranno ancora questi voltagabbana, folgorati, come S. Paolo sulla Via di Damasco, diventando improvvisamente salvatori della Patria.
Evidentemente hanno ricevuto promesse serie ed allettanti alle quali non hanno voluto o saputo rifiutare.
Attualmente il pallino resta ancora per qualche giorno nelle mani del presidente del Senato, Grasso, che ha il potere di confermare o modificare l’articolo 2 della riforma al centro dello scontro, ma già si rincorrono delle voci su un possibile compromesso che salvi le capre di Bersani ed i cavoli di Renzi.
Sull’ importanza e l’urgenza della discussione, va ricordato che nell’ultima seduta a Palazzo Madama, è mancato persino il numero degli addetti alla verifica della presenza in aula del numero legale, vale a dire meno di 12 senatori in tutto.
Qualche “maligno” ha commentato: “di fronte al weekend non c’è ragione di Stato che vale”.