Dove anche la vita di Abele ha valore, confermata sentenza di morte in Georgia
Non accolto l’appello del Papa
Roma, 30 settembre – Ieri sera tardi, si è avuta notizia che la commissione di libertà vigilata della Georgia incaricata di esaminare per la seconda volta il caso della 47enne Kelly Renee Gissendaner, condannata alla pena di morte per l’omicidio del marito, ha respinto il suo appello confermando per lei la sentenza di esecuzione capitale con un’iniezione letale. Anche Papa Francesco aveva lanciato un appello per salvarla.
A costo di apparire poco caritatevole, personalmente condivido la decisione.
Se l’omicidio è punito con la pena di morte, proprio in rispetto di Abele, perchè Caino, accertata senza alcun dubbio la sua responsabilità ed essendo a conoscenza della pena, deve vivere?
Sarebbe la conferma che la violenza viene premiata perchè, dopo un certo numero di anni, con cavilli vari, Caino viene rimesso in libertà, mentre il povero Abele rimane in “carcere” per l’eternità, fra 6 pezzi di tavola…
E l’Italia è piena di questi validi esempi, magari venendo anche eletti parlamentari o personaggi pubblici applauditi dai fan sostenitori, quale esempio della cattiva giustizia!