Tematiche etico-sociali

La Legione Carabinieri a cavallo

Rivista Carabinieri RealiRoma, 30 settembre –Nella Rivista dei Carabinieri Reali (Rassegna di studi militari e professionali N°1 di gennaio-febbraio 1938), di cui era Direttore il Ten.Col. Casimiro Delfini (che diventerà C.S.M. del Comando Generale dell’Arma n.d.a), leggiamo un articolo dal titolo: “COSTITUZIONE DI UNA LEGIONE A CAVALLO”, scritto dal Maggiore Dott. Ettore Chirico.

La premessa del Direttore è quanto mai chiara: “A nessuno sfuggirà quanto sia delicata la questione di organico e ordinamento …dei nostri Squadroni della Capitale…(e) le vedute esposte potrebbero anche non essere condivise; ma nulla vieta che, una volta impostato il quesito, altri possano manifestare la loro opinione e dar luogo, col contributo della propria esperienza, ad un utile scambio di idee…”

Scrive l’autore: “E’ necessaria una premessa: l’Arma a cavallo deve continuare a vivere oppure deve morire? In altro mio scritto, ospitato nella rivista, ho risposto affermativamente al quesito. Stabilito questo, devo fare la cruda osservazione che essa, come specialità, è un “organismo malato”. Il male non è scoppiato d’improvviso: esso cova da tempo, e sottile sottile mina la sua costituzione. Il Gruppo Squadroni (della Capitale n.d.a.) è una specialità; volerne farne astrazione ai fini del suo impiego, volerlo cioè adoperare come un qualunque reparto a piedi, sarebbe un errore tecnico  di cui non è facile misurare le gravi conseguenze sia nel campo dei riflessi del governo dei quadrupedi, sia in quello morale degli uomini. Occorre che i Militari siano lasciati nelle mani dei loro Comandanti, sempre. Essi, invece, in quasi tutti i servizi di ordine pubblico e di pubblica sicurezza sono avulsi dai loro capi e posti alle dipendenze del Comandante territoriale…(il quale)…non può sapere quanto si agita nella vita del reparto…(perché) a lui preme la forza ..È vano dare al Gruppo maggiore potenza di fuoco, distribuendo mitragliatrici leggere e pesanti, carri armati, motomezzi, congegni moderni di collegamento; perdurando lo stato di fatto, tutti questi mezzi rimarranno nei magazzini inutilizzati e incompresi, perché l’uomo che li deve adoperare non avrà il tempo per conoscerli; saranno macchine fredde, da esibirsi tutto al più in riviste e parate. Quale, dunque, dovrebbe essere il provvedimento che potrebbe sanare il cronico malessere? Riunire i due Gruppi Squadroni della Capitale, quello degli Allievi (presso la Legione Allievi della ex via Legnano, poi Generale C.A. dalla Chiesa n.d.a) e quello Territoriale, in Reggimento o, meglio, in Legione, dando ad essa vita propria, mezzi propri, in altri termini l’ordinamento di un Corpo autonomo alle dipendenze della Brigata…..La questione relativa ai servizi predisposti dall’Autorità di PS e da quella militare, potrebbe essere risolta, secondo me, nel modo seguente: il Comandante il Gruppo (territoriale) avrebbe contatti diretti con il Questore, e il Comandante la Legione (a cavallo) con l’Autorità Militare. Con questi contatti si chiarirebbero le situazioni, si concreterebbero i vari servizi permanenti e straordinari devoluti all’Arma a cavallo e al riguardo si disporrebbe direttamente anche per la direzione ed il controllo, all’infuori di ogni ingerenza dei Comandi territoriali. Dove dovrebbe essere  accasermata la Legione a cavallo? Io credo che la Caserma “Pastrengo” (ai Parioli, in via Cesare Castellini n.d.a), per spazio e attrezzatura tecnica, con opportuni ma non molto costosi adattamenti, risponda allo scopo …Sarei lieto che altri intervenisse nel dibattito portando il contributo della sua competenza ed esperienza. Vorrei , però, che tutti i miei colleghi, nessuno escluso, fossero convinti che solo un sentimento mi sospinge a farmi paladino di questa soluzione: il profondo amore per la nostra Arma, che vorrei vedere sempre più efficacemente preparata per assolvere…i suoi delicatissimi compiti a vantaggio dello Stato”.

Come sappiamo,  i Carabinieri a cavallo raccolgono e continuano la gloriosa tradizione della Cavalleria italiana. L’invocato Reggimento, per volontà del grande Comandante Generale Giovanni de Lorenzo, venne costituito finalmente in Roma il l’ aprile 1963 e nell’ordinamento dell’Arma ricevette la denominazione di 4° Reggimento a cavallo. E’ del giorno 30 successivo, 115° anniversario della carica di Pastrengo, la concessione al Reggimento dello Stendardo di guerra da parte del Capo dello Stato. Come apprendiamo da documenti del Comando Generale, era la prima volta che i reparti montati dei Carabinieri – dal Gruppo Squadroni costituito nel 1848 per la 1^ Guerra d’indipendenza al Gruppo Squadroni formato nel 1915 come unità d’impiego nel 1° conflitto mondiale – assumevano la consistenza organica propria in un Corpo di Cavalleria.

In data 15 giugno 1965 il Reggimento perdette il Gruppo Squadroni Allievi, ed acquisì i tre Gruppi Squadroni Territoriali di Milano, Cagliari e Palermo, che assunsero, rispettivamente, la denominazione di II, III e IV Gruppo Squadroni. A seguito del riordinamento dei reparti montati dei Carabinieri disposto dal Comando Generale dell’Arma, il 31 ottobre 1968 venne soppresso lo Squadrone Motoblindato e furono disciolti i Gruppi Squadroni di Milano, Cagliari e Palermo; il 1° novembre successivo, venne costituito il Gruppo Squadroni, con sede in Roma, Caserma “Castro Pretorio”.

In data 1° settembre 1977, venne cambiata la denominazione del 4^ Reggimento Carabinieri a cavallo in “Reggimento Carabinieri a cavallo”.

Dal 23 novembre 1984 il Reggimento a cavallo ha trasferito la propria sede nella nuova caserma romana di “Tor di Quinto”. In tempi recenti, per motivi di nobile memoria, ha riassunto la denominazione di 4° Reggimento.

Concludendo, constatiamo nell’articolo esaminato del 1938, una vivacità di idee, oggi inimmaginabili per le nostre Riviste istituzionali.

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