Serie A. Ma qual è la vera favorita per lo scudetto?
Le prime sette giornate di campionato hanno detto che quest’anno il torneo sarà avvincente e incerto fino all’ultimo. Non c’è più l’ammazza-campionato degli anni passati, ma tante favorite. Qual è la numero uno?
Roma, 7 ottobre – Dopo il roboante 4-0 rifilato al Milan al Meazza dal suo Napoli Maurizio Sarri, a precisa domanda, ha risposto, ridendoci su: “Fino a due domeniche fa eravamo da retrocessione, ora siamo da triplete”. Già, proprio così, nel nostro calcio, come nel resto della vita sociale di tutti i giorni, non c’è più equilibrio. Un giorno sei da quartieri alti, l’altro da bassifondi. Il Napoli che pareggia malamente in casa con la Sampdoria, a Reggio Emilia con il Sassuolo, ad Empoli e a Carpi è una squadra che dovrà lottare per salvarsi. Poi, però, ne fa cinque alla Lazio, batte la Juve e ne rifila quattro al Milan a Milano e allora, per addetti ai lavori e mass media, diventa da scudetto.
Lo stesso dicasi dell’Inter, che dopo le prime cinque vittorie consecutive (alcune delle quali molto fortunose) era diventata la candidata numero uno per il titolo 2015-16, ruolo che invece ha perso dopo la pesante sconfitta casalinga con la Fiorentina e il pareggio per 1-1 di Genova contro la Sampdoria.
Allora la favorita diventa automaticamente la viola di Paulo Sousa, che ha vinto due campionati in Svizzera (non in Italia, ma in Svizzera, dove il Basilea che lui guidava non ha praticamente avversari) e che ora si accingerebbe a farlo anche da noi. La sua squara, è vero, è bella a vedersi e gioca bene, vincendo anche. Ma la strada ancora è molto lunga.
Tralasciando il Torino, che non ha certo ambizioni da scudetto, alcuni pensano alla Lazio di Pioli, crocifisso dopo le pesanti sconfitte di Verona con il Chievo (4-0) e Napoli (5-0) e ora santificato perché i suoi sono a tre punti dalla Fiorentina capolista e un punto sopra la Roma. Ma alla Lazio manca un centravanti vero (Klose è sul viale del tramonto e Djordjevic si è rifatto male) e senza uno che fa i gol pesanti non si va troppo lontano.
Restano, dunque, le vere favorite della vigilia, ovvero la Juventus e la Roma.
La prima è ancora indietro in classifica, ma con il recupero di Khedira e Marchisio a centrocampo e una qualificazione in Champions (il suo vero obiettivo stagionale) quasi già archiviata potrebbe tornare prepotenetemente alla ribalta del campionato. E poi si sa: la Juve è sempre la Juve e anche quando la danno per morta e sepolta piazza sempre la zampata vincente che la fa rinascere a nuova vita.
La Roma è quella che ha l’organico più forte di tutte, anche se un po’ corto in difesa, tanto che Garcia si è dovuto inventare De Rossi difensore centrale per sopperire alle assenze di Castan e Rudiger. Però quando vuole vincere lo fa con impressionante facilità (vedi Palermo) e ha anche il miglior attacco del campionato (nonostante gli infortuni di Dzeko e Totti) e la più alta percentuale di tutti nei tiri in porta. Solo che spesso soffre di amnesie e distrazioni che la portano a sprecare punti (vedi il pari interno con il Sassuolo e l’immeritata sconfitta di Genova con la Samp). Eliminasse queste pecche di concentrazione sarebbe davvero la più forte di tutte e questo si che potrebbe diventare l’anno della Lupa.