Serie A. Quelli che hanno giocato con loro e che avremmo voluto con noi
I cinque calciatori di Roma e Lazio che Franco Bovaio e Amedeo Santicchia, che per noi seguono le romane, avrebbero voluto con la loro squadra e non da avversari. Corrispondono con i vostri?
Roma, 6 novembre – A sostegno delle tradizioni e delle consuetudini, è estremamente difficile voler ammettere che nella squadra abitualmente avversaria della propria città possano esserci uno o più giocatori che vorresti nella tua formazione.
Stiamo parlando di “Derby” e nella città di Roma non è una partita come tutte le altre, come improvvidamente sentenziò Zeman una ventina d’anni fa.
Spogliandoci però dai panni del tifoso e vestendo quelli di giornalisti e amanti del calcio proviamo a fare un piccolo elenco di giocatori che avremmo voluto vedere nella nostra squadra e non in quella rivale.
“In assoluto sono due i calciatori che ho invidiato alla Roma – dice Amedeo Santicchia, nostro abituale frequentatore delle cose laziali – i loro nomi sono Carlo Ancelotti e Toninho Cerezo. Il mio apprezzamento si è rivelato sia dal punto di vista tecnico che umano, in una città che spesso ha portato alcuni atleti a “provocare” la controparte; loro sono sempre stati leali ed inappuntabili. Aggiungerei poi Emerson e Cafù per rimanere agli ultimi quindici anni e un protagonista “storico” come il cremonese Giacomino Losi, “Core de Roma”, che al pari dell’altro padano Ancelotti si è calato subito nella realtà romana, dando prova di un attaccamento ai colori straordinario per uno che romano non era”.
Anche il nostro Franco Bovaio, che invece segue la Roma, sta al gioco e, pur nel rispetto delle differenze, cita i suoi cinque laziali che avrebbe voluto in giallorosso: “Il primo che mi viene in mente è senza dubbio Angelo Peruzzi, il portiere di Blera cresciuto nella Roma e poi lasciato andare (che errore!) per lo scandalo del Lipopill. Se la Roma lo avesse tenuto avrebbe avuto il portiere per almeno dieci anni, invece diventò grande con la Juve e poi finì proprio con la Lazio. Quindi penso a Pino Wilson, il libero della squadra del primo scudetto laziale, che in area le pigliava tutte e mi faceva una rabbia da pazzi. Poi due mediani di quelli che mi piacciono da morire e che, se avessero giocato nella Roma, avrebbero avuto monumenti a loro dedicati in ogni parte della città per la dedizione, la grinta e l’attaccamento alla causa: gli argentini Almeyda e Simeone. Infine quello che considero il talento più splendente che ha giocato nella Lazio dal ’70 in poi, Bruno Giordano, che anche il grande presidente Dino Viola voleva a tutti i costi nella Roma. Quando stava per riuscirci, però, Giordano preferì il Napoli di Maradona”.
… il tutto, mentre il direttore, notoriamente non sportivo, li osserva sorridendo…