“Creed” surclassa la serie ‘Rocky Balboa’
dalla nostra corrispondente da Los Angeles, M. Santambrogio
Los Angeles, 24 novembre – Il film “Rocky” nel 1976 ha segnato, con tre Academy Awards: miglior film, miglior regia, miglior edizione, nella carriera di Stallone un traguardo impensabile. “Creed”, diretto da Rayan Coogler, benchè si possa pensare ad una continuazione della serie del dopo “Rocky” per la presenza di Sylvester Stallone, riesce al contrario a sorprendere.
La storia scritta dallo stesso regista e Aaron Covington, avrebbe potuto essere un’arma a doppio taglio considerando l’argomento da sviluppare. Avendone gli sceneggiatori deragliato i luoghi comuni usando la combinazione del rapporto dei due personaggi principali, Adonis Johnson Creed (Michael B. Jordan, “Fruitvale Station”) e Rocky Balboa (Sylvester Stallone) con un crescendo emozionale manipolatointelligentemente e retto dalla superba interpretazione di Michael B. Jordan e da un ottimo Sylvester Stallone, si assiste ad un film capace di coinvolgere il pubblico nel finale a reagire come se partecipasse ad un match di boxe reale.
Gli avvenimenti della storia si snodano conseguentemente all’incontro, in una casa di correzione, di Adonis (Alex Henderson) ragazzino irruente dal pugno facile, con una donna dalla quale viene a sapere di essere figlio illegittimo del campione di pesi massimo, Apollo Creed. La signora, Mary Anne Creed (Phylicia Rashad), è la vedova del padre e gli offre l’opportunità di andare a vivere con lei. Adonis, nonostante le opportunità ricevute nel cambiamento di vita, decide d’intraprendere la carriera di pugile professionista nonostante Mary Ann, considerata ormai come una madre, lo sconsigli ricordando come la boxe abbia portato alla morte il padre.
Adonis, constata sul ring come la forza dei pugni e la rabbia non siano sufficienti per vincere un avversario, decide d’ incontrare Rocky Balboa a Filadelfia, il pugile diventato amico del padre e che ben ne conosceva le capacità. Lo scopo è convincerlo a diventare suo allenatore. Rocky accetta l’incarico dopo aver intuito le capacità del giovane uomo nel quale vede le caratteristiche del pugile Creed e la rivelazione della paternità di Adonis.
L’incontro con Bianca (Tessa Thompson, “Selma”), cantante destinata alla sordita e inquilina nella stessa palazzina dove Adonis vive, gli umanizza l’animo e il consolidarsi del rapporto nato tra loro corrisponde alla determinazione del giovane pugile a qualificarsi per se stesso evitando d’identificarsi con il padre. Gli eventi, inclusa la malattia di Balboa, porteranno entrambi a sfidare le avversità.
L’incontro finale con “Pretty” Ricky Conlan (Anthony Bellew) campione di pesi massimi, nonostante la differenza sostanziale d’esperienza di Antony rispetto al campione Conlan, non gli impedirà di combattere quasi alla pari con l’aiuto e i suggerimanti di Balboa.
L’immagine finale vede i due attori di spalle sulla famosa scalinata d’allenameno di Rocky Balboa a Filadelfia, quasi a sottolineare un equa partecipazione per il successo del film .
Le musiche originali del compositore svedese Ludwig Göransson sono in sinergia con il film distribuito dalla Warner Bros.
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