Distrutto il Nord-Africa, il Nobel per la pace Obama ci prova con i Paesi Arabi. Assad deve lasciare
Conferenza fine anno, ‘colpiremo l’Isis più duramente’. Intanto uccidono combattenti iracheni!
Roma, 19 dicembre – Il guerrafondaio premio Nobel per la pace, Barack Obama, continua a fomentare la guerra negli stati arabi, con le sue intromissioni nella sovranità degli altri Stati, mascherandola di ‘democrazia’.
Così, dopo aver riempito di benzina e petrolio il Nord-Africa innescando poi la miccia per l’incendio, ora ci sta provando con i Paesi Arabi, istigando e spalleggiando la Turchia contro la Siria e la Russia, utilizzando l’Isis a cui, fino all’intervento di Putin, aveva fatto il solletico.
Gli Usa colpiranno l’Isis “più duramente che mai”, ha detto ieri il presidente nella conferenza stampa di fine anno alla Casa Bianca. Obama ha poi precisato che “rimarremo vigili”.
”Assad deve lasciare per far sì che nel paese si metta fine al bagno di sangue”. Lo afferma il presidente americano, Barack Obama, sottolineando che Assad ha perso legittimità fra i siriani e non ci sarà pace senza un governo legittimo.
Con quale titolo e chi gli permette l’ingerenza nelle decisioni di uno stato estero, non si sa. Certo che più guerrafondaio di lui, non si è mai visto nessuno. Viene così da ripensare alle sue parole, all’atto della notizia del conferimento del premio Nobel per la pace, assegnatogli nel 2009 da selezionatori che, sempre più spesso, prendono cantonate:
“Sono sorpreso, onorato e profondamente commosso, ma non sono sicuro di meritare il premio” aveva commentato Barack Obama davanti ai giornalisti la decisione del comitato norvegese di assegnargli il Premio Nobel per la pace 2009. “Accetto questo premio come chiamata all’azione per tutte le nazioni di fronte alle sfide del ventunesimo secolo”. Il comitato del Nobel gli aveva attribuito il premio “per i suoi sforzi straordinari volti a rafforzare la diplomazia internazionale e la cooperazione tra i popoli“.
A poche ore dal suo discorso, i media Usa hanno dato notizia della morte di una decina di soldati iracheni, uccisi dal ‘fuoco amico’ di un raid Usa vicino a Falluja
In un comunicato, le forze armate hanno confermato che raid condotti contro obiettivi dell’Isis ‘potrebbe’ aver provocato la morte di militari iracheni, senza precisarne il numero.
Il premio Nobel per la Pace, aveva ragione: colpiremo più duramente che mai. Ha solo sbagliato ‘obiettivo’!
E meno male che resteranno ‘vigili’, altrimenti colpirebbero anche Roma!
… alla faccia della diplomazia, avrebbe detto un grande apparente comico italiano… intanto i suoi caccia bombardieri, uccidono in Stati esteri con il loro ‘ fuoco amico’, i veri combattenti locali anti Isis!