Politica

La volpe e l’uva

volpe e uvaRoma, 09 gennaio – Come la massima di Lincoln“…dicano di me quel che vogliono; l’importante è che lo dicano…”, ce la troviamo ogni tanto da qualche parte, nemmeno a farlo apposta, oggi è il turno di un poeta dell’antica Grecia che non ci ha fatto tribolare poco durante quegli anni scolastici nei quali, a cominciare dalle medie, si studiava ancora e bene il latino, Esopo.

Non è la prima volta che le vicende della nostra “storiografia del presente” lo riattualizzano, ma questa sembra un po’ più importante delle altre. L’anno che si è appena iniziato, si è aperto con un fatto di una drammaticità incredibile; nell’infuriare della polemica sull’accoglienza dei migranti che, ufficialmente, fuggono dalla guerra, ma che, nella realtà, danno vita ad una profonda penetrazione negli stati europei del terrorismo, dopo l’assalto efferato al “Charlie Hebdo” e ai tre locali pagini, tra i quali quello al teatro Bataclan, a novembre, a Colonia, in Germania, un manipolo di mille uomini, di estrazione etnica medio orientale, ha assalito e violentato un gruppo di più di un centinaio di ragazze che stavano festeggiando l’anno nuovo.

Il “buonismo” di alcuni governanti, dai quali non sono esclusi la sindaca di Colonia e la nostra presidente della Camera, hanno fatto degenerare la situazione, che doveva essere umanitaria, a delinquenziale, ed escludendo l’assassinio, di una efferatezza unica.

La cosa, conosciuta nella sua reale entità con alcuni giorni di ritardo, per ovvie ragioni di politica di parte, ha riacceso le polemiche già incandescenti sul fenomeno migratorio indiscriminato e incontrollabile, e ha evidenziato, come non mai, la necessità di studiare strumenti per debellarlo.

Come avamposto dell’ingresso in Europa, l’Italia è interessata in prima persona alla risoluzione del problema per cui gli organi competenti, dopo parole generiche di riprovazione espresse per formalità, pressati dagli avvenimenti che sfuggivano di mano, sono dovuti ricorrere ai provvedimenti, anche urgenti, pena, “perderci anche la faccia”…bene; la proposta subito avanzata dal governo italiano, dopo pochi giorni di esame della situazione, è stata quella di…annullare il reato di clandestinità…

beh, a questo punto, come prima reazione, bisognerebbe entrare nella “testa” del ministro della Giustizia, Orlando, che ha partorito questa genialità, e in quella di Renzi, conduttore di quell’“Armata Brancaleone” del nostro governo, per capire che cosa ci sia al posto del loro cervello, ma, invece di cercare spiegazioni  agli astrusi fenomeni cosmici che avvengono nell’umanità, scomodando Einstein e quant’altri hanno aperto all’uomo le barriere della conoscenza, improvvisamente ci brilla nel cervello, alla pari di una mina trovata per caso, l’idea che ci risolve l’astruso.

Dall’antica Grecia Esopo ci viene in aiuto perché ci svela l’arcano con una delle sue più importanti, incisive e significative favole, “La volpe e l’uva”.

La volpe tenta in tutti i modi di arrivare all’uva ma non ci riesce perché il grappolo sta troppo in alto per le sue capacità per cui vi rinuncia adducendo la ragione che l’uva… è acerba!

Renzi non è in grado di fronteggiare l’emergenza dei migranti, che si è dimostrata un problema ben più grande delle sue capacità, per cui come crede di risolverlo? Legalizzando quello che prima era combattuto perché era illegale; …è possibile!

Ma è ammissibile un’assurdità del genere?

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