Scienza

NAVE URANIA, 20 ANNI DI RICERCA IN MARE

La nave oceanografica del Cnr festeggia al Porto di Civitavecchia un ventennale di attività scientifica. Oltre 300 le campagne condotte, 25 nel solo 2011, con centinaia di ricercatori italiani e stranieri. Per celebrare l’anniversario, insieme ai ricercatori, il Presidente del Cnr e gli amministratori della Sopromar Spa

Sono oltre 300 le campagne oceanografiche condotte dalla nave ‘Urania’, ammiraglia della flotta del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) nei mari italiani e mediterranei. Di queste, ben 25 nel solo 2011, con 327 giorni-nave e il coinvolgimento di 277 ricercatori, afferenti al Cnr e ad altre istituzioni di ricerca italiane o estere. Per celebrare i venti anni di attività della nave oceanografica, il presidente del Cnr, Luigi Nicolais, gli amministratori della società armatrice Sopromar e i ricercatori si sono dati appuntamento al Porto di Civitavecchia.
“La nave oceanografica Urania è il maggiore mezzo navale a disposizione del Cnr”, spiega Massimiliano Di Bitetto, dirigente dell’Ufficio programmazione operativa dell’Ente. “Costruita all’iniziodegli anni ’90 e consegnata al Cnr ad aprile 1992, ha una lunghezza superiore ai 60 metri, un’autonomia operativa di 45 giorni e può ospitare fino a 36 uomini tra equipaggio e personale scientifico. È dotata di laboratori per analisi geologiche, chimiche e radiologiche e vanta un’avanzata strumentazione scientifica per la raccolta di dati ambientali sino alle massime profondità mediterranee. L’ausilio di strumentazione tecnologicamente avanzata, la capacità di ricerca multidisciplinare e un’attenta programmazione delle attività hanno assicurato un successo in termini scientifici notevole, paragonabile a quello degli altri mezzi navali dei principali centri di ricerca europei”.
Tra gli strumenti geofisici in dotazione alla nave, un ecoscandaglio multifascio (multibeam) per la ricostruzione della morfologia dei fondali; un correntometro doppler a doppia frequenza per la definizione della struttura tridimensionale delle correnti marine; una serie di sistemi di sismica a riflessione (Chirp e Sparker) in grado di generare sezioni acustiche del sottofondo marino; un sonar a scansione laterale e un magnetometro per la produzione di mappe acustiche e l’individuazione di oggetti e anomalie magnetiche presenti sul fondo o nell’immediato sottofondo marino. Tra i sistemi di campionamento sono disponibili carotieri, campionatori box corer, benne e draghe, oltre a sonde multiparametriche e multi campionatori (Ctd, Rosette multisampler) per le misure chimico-fisico-biologiche e il prelievo di campioni lungo la colonna d’acqua.
È inoltre possibile installare strumentazione innovativa per misurare la temperatura del superficiale pellicolare (interferometro M-Aeri) o della clorofilla (Lidar), nonché la messa a mare di strumenti scientifici di grandi dimensioni, come stazioni di misura di alto fondale (Geostar) o side-scan sonar di profondità (Tobi).
“Grazie a questa sofisticata infrastruttura”, rileva Enrico Brugnoli, del Dipartimento scienze del sistema della Terra e tecnologie per l’ambiente del Cnr,“i ricercatori del nostro e di altri Enti hanno potuto negli anni svolgere attività di punta, coprendo per la quasi totalità l’ambito della ricerca marina, dalla geologia all’ecologia marina, dal monitoraggio ambientale all’oceanografica fisica”.
“Un elevato livello di sinergie scientifiche pongono il Cnr in una posizione leader nel campo della ricerca marina a livello nazionale e gli permettono di dare un importante contributo al rilancio della politica marittima di tutta l’Unione Europea”, conclude il presidente Nicolais. “I risultati scientifici ottenuti grazie all’utilizzo della nave Urania sono testimoniati anche dal consistente numero di pubblicazioni, di progetti e di collaborazioni nazionali e internazionali sviluppati nelle scienze del mare”. Tra questi, il progetto del 7 Programma quadro Eurofleets e SeaDataNet-II, per realizzare un’infrastruttura europea integrata di accesso ai dati marini, il progetto Magic finanziato dal Dipartimento della protezione civile; il programma europeo E-Surfmar che ha visto l’installazione a bordo dell’Urania della stazione meteorologica Batos.
{com/watch?v=PD7NAbVWBGA{/com/watch?v=PD7NAbVWBGAremote}{/com/watch?v=PD7NAbVWBGA{/com/watch?v=PD7NAbVWBGAremote}remote}remote}{com/watch?v=PD7NAbVWBGA{/com/watch?v=PD7NAbVWBGAremote}remote}{com/watch?v=PD7NAbVWBGAremote}https://www.youtube.com/watch?v=PD7NAbVWBGA{/com/watch?v=PD7NAbVWBGAremote}{/com/watch?v=PD7NAbVWBGA{/com/watch?v=PD7NAbVWBGAremote}remote}{/com/watch?v=PD7NAbVWBGA{/com/watch?v=PD7NAbVWBGAremote}{/com/watch?v=PD7NAbVWBGA{/com/watch?v=PD7NAbVWBGAremote}remote}remote}

Back to top button
SKIN:
STICKY