Raffineria di cocaina scoperta nel napoletano. Cinque le persone arrestate
Era gestita dal clan Gallo/Limelli/Vangone. Oltre 7 chili la cocaina sequestrata.
Napoli, 17 febbraio – Era in un appartamento a San Giuseppe Vesuviano la raffineria di cocaina perfettamente attrezzata ed organizzata per la lavorazione e l’estrazione di notevoli quantitativi di cocaina destinati ad alimentare il mercato napoletano.
A gestirla, il clan Gallo/Limelli/Vangone di Torre Annunziata, già da diversi anni leader nell’importazione di ingenti carichi di cocaina provenienti dal Sud America e nella relativa gestione dei traffici illeciti nell’hinterland napoletano.
Al momento dell’irruzione dei Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Napoli, nell’interno del laboratorio impegnate nel processo di lavorazione della droga, vi erano 5 persone: due esponenti di spicco del clan Gallo/Limelli/Vangone e tre colombiani, di cui una donna con cittadinanza spagnola. In atto, erano in corso le fasi di lavorazione della materia prima, dalla quale erano già stati estratti oltre 7 chilogrammi di pasta di coca, tutta di qualità pregiatissima, mentre erano pronti per essere trasformati altri 20 litri di cocaina liquida allo stato grezzo.
Dalle prime risultanze investigative, il compito dei colombiani era di far giungere in Italia la materia prima e, nel contempo, istruire i membri dell’organizzazione campana circa il complesso procedimento chimico di estrazione della droga.
Tali elementi inducono a ritenere che il sodalizio torrese avesse avviato una nuova metodologia di approvvigionamento della cocaina alternativa rispetto alle tradizionali importazioni di prodotto finito, sia per ottimizzare i costi di acquisto e di trasporto sia per meglio eludere le attività di controllo da parte delle Forze di Polizia.
Oltre alla materia stupefacente, sono state sottoposte a sequestro tutte le sostanze e le attrezzature utilizzate nel procedimento di lavorazione e di raffinazione quali presse metalliche, solventi, acidi, carte per il filtraggio, provette, stampi etc..
La droga sequestrata avrebbe consentito il confezionamento di oltre 100.000 dosi che, immessa sul mercato, avrebbe fruttato al clan un valore di oltre 3 milioni di euro.