Da Tony Biffi-Franco Franchi, nel suo prossimo film, un inno alla vita. INTERVISTA CON PARTICOLARI ESCLUSIVI
L’attore-autore, invita i giovani all’amore ed a lottare per se stessi, disprezzando la droga e l’alcol
Roma, 3 maggio – Invitato all’evento del “9° Festival internazionale del film corto Tulipani di seta nera” che si è tenuto al Teatro Olimpico di Roma, ho vissuto alcuni secondi che mi hanno fatto fare un tuffo nel passato.
Premetto che per pregressa professione, ho vissuto 45 anni dedicati esclusivamente allo Stato ed al territorio affidatomi, vivendo solo vicende negative e perdendo il contatto con il resto del mondo.
(Nella foto, da sx: Giacomini,Toni-Franco, Abdri-Ciccio,Frizzi, Arpino, Di Napoli)
In attesa dell’inizio dello spettacolo, mi intrattenevo con l’amico Roberto Frizzi, noto conduttore e collaboratore radiofonico di Elleradio, direttore Ezio Luzzi, con l’avvocato Francesca Arpino, la giornalista e conduttrice televisiva e radiofonica Serena Grey e col cantante e talent scout Gianni Giacomini, quando sento sopraggiungere alle spalle un signore. Mi giro e, per abitudine, guardo sempre gli occhi delle persone. Alzo lo sguardo e … oddio! Era Franco Franchi in persona… stessa roteazione degli occhi, parlata e portamento… Con lui Ciccio Ingrassia. Resuscitati? I due, oltre ad aver visto da ragazzo innumerevoli loro film, li avevo conosciuti negli studi Dear, molti decenni fa, dall’amico Franco Corridoni, grande e famoso truccatore cinematografico il quale, dovendo io svolgere alcune indagini ed essendo un viso conosciuto, si prestava a cambiarmi i … connotati!
I due mi sono stati presentati ed ho scoperto che era Tony Biffi, il sosia ufficiale di Franco Franchi con Badri Abdelkader, Ciccio. Ho ovviamente chiesto loro scusa per non averli riconosciuti e ne è nato un simpatico rapporto che, dall’amichevole conseguente chiacchierata, ne fa uscire, imprevista, un’esclusiva intervista, poi autorizzata.
“Nel 2003, prima di morire, Ciccio Ingrassia mi diede l’incarico di continuare in questa mimica ed essere il sosia ufficiale della coppia. Undici anni fa, ero arrivato al Festival di Venezia con Ciprì e Maresco, quando morì mio figlio, di 11 anni, ammalato di leucemia. Stavamo improntando un mio nuovo film ma la perdita del mio ragazzo, mi bloccò ed interruppi la carriera.
Dopo tantissimi anni dalla morte, mi venne in sonno mio figlio, seduto sulla sua sedia a rotelle, che mi diceva “Papà, ritorna ad essere Franco Franchi perchè io sto bene, anche se sto lassù, e ti guardo da li”. Per coincidenza o altro, due giorni dopo arrivarono le telefonate di Giampiero Ingrassia e di Massimo Benenato (il vero cognome di Franco Franchi ndr) che mi spingevano a tornare in campo e mantenere così in vita anche il ricordo dei loro genitori.
Bene, ti racconto una cosa che non ho mai detto a nessuno. In occasione dei funerali di Ciccio, ovviamente ero presente. Al momento di partire per il cimitero, le macchina dei famigliari erano strapiene. Giampiero Ingrassia venne da me e mi disse: “”Tony, posti in macchina non ce ne sono. Ti offendi se stai seduto dietro, vicino la bara di papà?”” Io fui felice di accettare e lofeci immediatamente. Ciccio ha così voluto che io stessi con lui e lo accompagnassi fino alla sua nuova, ultima casa terrena. Il tragitto lo facemmo con il mio braccio appoggiato sopra e teneva stretta la bara, in un abbraccio finale simbolico.
Mentre lavoravo al Bagaglino, ricordo che Oreste Lionello buonanima, mi disse “”Tony in Franco Franchi, stai attento, sei come un lingotto d’oro che si intravede. Hai i numeri””. Io, che non ero ancora un professionista, chi chiesi “”Maestro perchè mi dice questo?”” e lui “”Dammi del tu”” Gli risposi che per vecchia abitudine siciliana, davo del Lei alle persone con maggiore età ed esperienza. Continuando mi disse “”Te ne accorgerai negli anni””. Io ho cominciato dalla strada. Il mio palcoscenico era una sedia a Piazza Navona che pagavo 200 lire a quelli che vendono i quadri. Anche li, bisognava sottostare… anche se io sono allergico a tutto questo e morirò allergico.
Da Piazza Navona, arrivai a Toronto con Bobby Solo, Umberto Tozzi e Paolo Vallesi.
Ritornato in Italia, per rispetto verso le famiglie e per trasformarmi in Franco Franchi, avevo bisogno di un Ciccio, perchè i grandi sono e resteranno sempre Loro. Io posso tenere in vita il loro ricordo. Sono molto religioso ed anche prima della morte di mio figlio, tutte la mattine vado in Chiesa. Dal Cielo mi hanno esaudito, con l’arrivo di Badri-Ciccio, che per me è diventato come un fratello. Posso dire che il nostro cabaret è alla portata di grandi e piccoli, perchè è sempre pulito. Stiamo per iniziare le riprese di un cortometraggio, “One bullet for two dinasty”, “Un proiettile per due destini”, con la regia di Renato Porfido, organizzatore Tonino Proietti e distribuito da Andrea Iervolino. È un messaggio mondiale ai giovani per dire loro “non abbattetevi, se si crea un grosso problema, se un genitore viene a mancare, reagite senza toccare quella zozzeria che è la droga, l’alcol, perchè se ce l’ha fatta Tony Biffi, voi che siete dinanzi a noi nell’evoluzione della tecnologia che stiamo vivendo, bene, andate avanti ed abbiate fede in voi stessi, amatevi prima di amare il prossimo, ricordatevi che da lassù Dio ci vede e la ruota non gira sempre allo stesso modo, ma cambia con l’andare degli anni, perchè la vita è solo una, Dio ce l’ha data ma moriremo e dobbiamo assaporarla. Se questa vita non la valorizziamo, non ci amiamo, quando chiuderemo gli occhi non lo sappiamo il paradiso come è fatto, certamente qualcosa c’è ma lo sapremo solo allora.”
Grazie, Toni-Franco per questo tuo bellissimo messaggio indirizzato ai giovani e meno giovani, ma in particolare ai ragazzi, che saranno il futuro della nostra Nazione e del mondo.
Nel rinnovarti i complimenti, anche a nome della redazione del mio giornale “www.attualita.it”, “attualita.it” su facebook e google+, auguro a te e a Badri-Ciccio un sempre maggiore successo perchè oltre a rinnovare il ricordo di due grandi personaggio dello spettacolo italiano che forse all’epoca non vennero pienamente valorizzati per le loro capacità e qualità, possano essere invece evidenziate le vostre caratteristiche professionali ed ancora di più quelle umane, che ben emergono dalle tue parole.