Operazione “Easy Judgement” – Arrestati Stefano Ricucci e Mirko Coppola per fatture false
Indagato un Magistrato del Consiglio di Stato.
Roma, 20 luglio – All’alba di stamane, i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma hanno proceduto all’arresto dei noti imprenditori romani Stefano Ricucci e Mirko Coppola, in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Roma, per i reati di “emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti” (art. 8 D.Lgs. 74/00) e “dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti” (art. 2 D. Lgs. 74/00), su richiesta della Procura della Repubblica di Roma all’esito delle indagini svolte dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma – I Gruppo Tutela Entrate. Le fatture per operazioni inesistenti, per importi complessivamente superiori al milione di euro, sarebbero state, per Ricucci, lo strumento per ottenere un’ingente liquidità finanziaria. L’indagine si inserisce in un più ampio contesto investigativo relativo al fallimento di una delle società del Gruppo Magiste, riconducibile all’immobiliarista Stefano Ricucci.
In contemporanea, 170 Fiamme Gialle stanno eseguendo 40 perquisizioni tra Lazio, Lombardia e Campania nei confronti di 10 soggetti indagati, tra i quali un magistrato del Consiglio di Stato nonché componente della Commissione Tributaria Regionale e società ad essi riconducibili per i reati di “Rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio” (art. 326 c.p.), “Corruzione in atti giudiziari” (art. 319 ter c.p.), “Emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti” (art. 8 del D.Lgs. 74/2000) e “Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti” (art. 2 del D.Lgs. 74/2000).
Dalle indagini svolte dagli inquirenti, è emerso che Filippo Bono, commercialista di Milano, aveva acquistato alcune posizioni creditorie vantate da società apparentemente terze nei confronti della società fallita che sono state poi rivendute nuovamente a Stefano Ricucci. In tale contesto, Mirko Coppola indagato anch’egli per aver emesso fatture false, aveva messo in contatto il commercialista milanese con Stefano Ricucci.
Tra le posizioni creditorie acquisite vi è un credito IVA pari ad oltre 20.000.000 di euro, vantato dalla “Magiste Real Estate Property” S.p.A. nei confronti dell’Agenzia delle Entrate, in attesa di rimborso in quanto oggetto di contenzioso in Cassazione. Infatti, la sentenza di secondo grado, favorevole alla società ricorrente, è stata impugnata dall’Agenzia delle Entrate che sostiene l’indetraibilità dell’IVA, poiché relativa ad una fraudolenta compravendita immobiliare effettuata tra due società riconducibili a Stefano Ricucci.
L’attento esame della sentenza di secondo grado favorevole a Ricucci, evidenzia come rappresenta, in parte, un “copia e incolla” delle memorie del contribuente, riproducendone i contenuti e addirittura gli errori di battitura. Particolarmente significativo è il fatto che l’accordo per l’acquisizione del credito fiscale sia intervenuto nel febbraio 2015, epoca compresa tra la data della camera di consiglio (dicembre 2014) e la data del deposito della sentenza (aprile 2015), quando la decisione era di fatto già stata assunta ma non conoscibile alle parti in causa. Le anomalie rilevate hanno consentito di confermare l’interesse di Stefano Ricucci a rientrare in possesso degli asset immobiliari e dei crediti nell’ambito dalla procedura fallimentare nonchè acquisire elementi che confermano una conoscenza diretta tra Stefano Ricucci e il giudice relatore della sentenza di secondo grado che ha annullato la pretesa fiscale dell’Erario; rilevare contatti telefonici, nel periodo compreso tra la data della decisione e quello dell’emanazione della sentenza, tra il giudice e Liberato Lo Conte, soggetto riferibile all’immobiliarista; accertare la presenza di fatture per operazioni inesistenti tra la Lekythos s.r.l., amministrata da Stefano Ricucci, e la Pdc Consulting s.r.l., riconducibile a Mirko Coppola e formalmente amministrata da un suo prestanome, Luciano Colavecchi