Racconti di sport: “L’Angelo azzurro”
Roma, 4 agosto 2016 – Ricorrenza importante quella odierna, a maggior ragione quest’anno in piena suggestione Olimpica, dal momento che 38 anni fa a Brescia, Sara Simeoni conseguiva con 2.01 il record del mondo per il salto in alto femminile di atletica leggera.
Per i più giovani, a mio modestissimo avviso, posso dire che la Simeoni, nata a Rivoli Veronese nel ’53, è stata senza ombra di dubbio la massima espressione dello sport al femminile e non solo.
Senza offesa per la “divina” Pellegrini, per la Vezzali o andando più indietro per la Pigni o la Calligaris, Sara è stata il massimo forse eguagliata al maschile da Pietro Mennea.
Il 4 agosto 1978 si svolgeva a Brescia un meeting femminile di atletica leggera tra l’Italia e la Polonia che venne completamente snobbato dalla Rai e la nostra Simeoni abbattè il muro dei 2 metri centrando l’allora primato del mondo di salto in alto donne con 2.01.
La specialità aveva avuto dal 1968 un’evoluzione tecnica con l’avvento dello stile Fosbury, ossia lo scavalcamento dell’asticella col salto all’indietro, privilegiando una rincorsa veloce con una semi-curva prima dello stacco finale; prima di ciò la tecnica di salto era il “ventrale” con una rincorsa più lenta e corta.
Una delle grandi rivali di Sara Simeoni fu la tedesca dell’est Rosemarie Ackermann che l’anno prima, nel ’77, conseguì il primato mondiale con 2 metri e con la tecnica del salto ventrale, mentre l’altra grande rivale Ulrike Meyfarth, tedesca dell’ovest, fu una delle prima a recepire il “Fosbury”.
A fine agosto dello stesso anno il ribadimento della forza della Simeoni ai Campionati Europei di atletica leggera a Praga con la medaglia d’oro e con la stessa misura mondiale di 2.01.
Al di là dei successi, che sono stati tanti in sedici anni di carriera tra Campionati Italiani, Olimpiadi, Universiadi, Europei e Mondiali, quello che è stato il tratto distintivo di Sara è stata la sua determinazione in gara unita ad una classe naturale, non era un’atleta “costruita” come qualche sua rivale dell’est europeo; ed ha questo proposito ci tengo a sottolineare la signorilità, la sportività, nel comportamento della Simeoni che mai ha accampato scuse, né facili sospetti, nei confronti di alcune avversarie a quei tempi un po’ chiacchierate.
Dal punto di vista tecnico Sara è stata supportata da Erminio Azzaro, ex primatista italiano di salto in alto maschile, compagno anche nella vita sentimentale in un sodalizio che dura da 45 anni, dal 1971.
Nominata più volte sportiva dell’anno italiana dalla Gazzetta dello Sport, Sara Simeoni vive oggi a Verona in splendida forma e, per chi l’ha ammirata dal vivo, forse una delle ultime espressioni “romantiche” dello sport.