Cronaca

Interrogato e nuovamente rilasciato il clandestino indiano che aveva rapito bimba di 5

sequestratore bimba RamLubhaya 2016Oltre 100 Carabinieri impegnati per due giorni per rintracciarlo. Rilasciato

Ragusa, 21 agosto – La Pm della Procura di Ragusa, Giulia Bisello, che aveva scarcerato Ram Lubhaya, il pregiudicato clandestino indiano indagato per il tentativo di sequestro di una bimba di 5 anni lo scorso 16 agosto sul lungomare di Scoglitti (Rg) scatenando  le polemiche a livello nazionale, nei giorni scorsi  ha chiesto ai Carabinieri di condurlo da lei per un nuovo interrogatorio.

L’indiano però, si era reso irreperibile e solo dopo due giorni di ricerche con l’impiego di oltre 100 militari dell’Arma, sono riusciti a  rintracciarlo ieri in un casolare a Scoglitti, ospite di altri extracomunitari.

Portato in Caserma, è stato ascoltato dal Magistrato per circa 7 ore, durante le quali ha negato ogni addebito (e mi pare ovvio!). Per la  Procura di Ragusa,  per il tentato rapimento non è previsto l’arresto ma serve la convalida del fermo, che può avvenire con l’indagato a piede libero, udienza di convalida che il Gip non ha ancora celebrato, per cui  al termine del nuovo interrogatorio, il clandestino è stato nuovamente rilasciato.

Fermo restando che la Magistratura è e deve essere autonoma di agire nella sua libera convinzione  (nel rispetto della legge!) e scevra da ogni condizionamento esterno, ci si chiede a cosa è servito lo spreco e cattivo impiego dei Carabinieri per rintracciare l’indagato Ram Lubhaya se, il Gip non è intervenuto e non vi sono stati ulteriori elementi atti a  modificare il convincimento della Pm. Per lui, non si deve valutare il rischio di inquinamento delle prove, la reiterazione del reato o la possibilità di sottrarsi alla giustizia. Non ci possono essere!
Certamente l’unica nota positiva è per il sequestratore che si è visto lasciare libero per l’ennesima volta e quindi convincersi – lui e coloro che gli stanno vicini – che questo è il vero paese del bengodi, dove si parla di inasprire le pene ma senza di fatto mai applicarle  e quindi, sostanzialmente, vivere in costante impunità!
Altro che i nostri Marò, che dopo quattro anni solo con l’intervento della Corte dell’Aja sono stati rimandati in Italia ma non conoscono ancora il capo di imputazione… Ma il nostro è un sistema di civiltà giuridica…
 

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