Politica
Il caso Muraro
Roma, 4 ottobre – Campidoglio: prima defezione, ben quattro assessori, con motivazioni diverse, dimissionari ancor prima di cominciare il loro mandato. La cosa “puzza” ed è evidente. Virginia Raggi, giovanissima, appena quarantenne, con una militanza in un discusso studio legale, Previti, che brucia il candidato del PD con un consenso addirittura plebiscitario…”puzza”. Difficoltà estreme per reperire due assessori “chiave”, Bilancio e Società Partecipate.
Sono stati trovati ma, ne siamo certi? Non c’è da contarci troppo perché la loro nomina è subissata da contestazioni. Su questa situazione non si spegne il problema della Muraro. Le contestazioni del PD sono molto vive e accese. Le irregolarità delle sue consulenze precedenti, il PD le sta trovando tutte, anche a costo di “spulciarsi” le documentazioni che le riguardano con il microscopio. Una virgola, su un documento firmato da lei, è oggetto di studio e di contestazioni; sembra tornati alla Sibilla Cumana. Quel segno può ribaltare il significato di una frase, e se non si ribalta, è sufficiente il sospetto dell’intenzione. Se quel caso viene chiarito, non c’è problema; è pronta una squadra di certosini che, a schiena curva sopra i computers, passa al setaccio tutti i documenti che la riguardano, in cerca anche delle impronte digitali e della marca delle penne con cui ha firmato e ne trova altri. Qual’è l’accusa di cui la si fa oggetto? Abuso. La risposta è una sola; le sconfitte non si digeriscono. Chiuso il discorso. L’oggetto non è la Muraro, sulla quale si è già scritto e parlato, ma il suo caso che funge da strumento per evidenziare un fenomeno e un principio che sono un meccanismo sempre esistito e sempre usato da tutti coloro che “guidano” la “cosa pubblica” ma, sempre contestato strumentalmente dalle controparti o parti avversarie.
Viene ricordato un motto che diceva press’a poco così: “La corruzione è il lubrificante della cosa pubblica”. La massima, in se, induce, comunque, al condannabile, perché il termine “corruzione” non è mai lodevole ma, come disse il buon Einstein, e la sua legge, se guariamo bene, è applicabile anche ai fenomeni umani e sociali, “tutto è relativo”. Sulla base di questo concetto, a quello ne aggiungiamo un altro, “La politica è l’arte del compromesso”, massima applicata anche dai fondatori della nostra Costituzione e perennemente applicata anche se sensorialmente non lo percepiamo.
Appurato ciò, vediamo come “tutte le partite quadrano”, sempre che non si perseguano fini personali e fraudolenti. Ovviamente corrono querele da entrambe le parti e questa era una cosa scontata.
A questo punto, di che cosa è accusata? A noi sembra che ad ogni contestazione stia stata fornita una spiegazione e ci troviamo nella dimensione socio-economica in cui, se non si concede “questo” a tizio e “quest’altro” a caio, (il “compromesso” fatto scienza) la “macchina della burocrazia” si inceppa, non si muove (è la struttura del nostro “amato” paese) e alla fase esecutiva, che al popolo serve, non ci si arriva mai mentre i costi lievitano sempre di più.
Esempio pratico; quando Vendola fu governatore delle Puglie, gli fu contestato di avere portato l’acqua, bene primario, dove non era mai arrivata, con sistemi non ortodossi. Vendola, che non gode le mie simpatie, rispose che “…si, aveva fatto questo “in questo modo” e quest’altro “in quest’altro modo” e, tutto concesso, aveva ottenuto un risultato importantissimo grazie al quale aveva migliorato la vita della popolazione e adesso la gente credeva in lui e lo seguiva!”
A questo punto è doveroso fare anche un’altra riflessione. Indipendentemente dall’accusa che, poi, è da dimostrare, le si addebita anche la responsabilità di aver percepito stipendi e compensi addirittura astronomici o, comunque, sproporzionati rispetto alle consulenze svolte.
Qua dovremmo “darci una regolata”. Il problema non sarebbe questo, sebbene in contrasto con le condizioni reddituali modeste di larghe fasce della popolazione, ma se su tali compensi ha pagato le tasse, perché i compensi, di qualsiasi natura essi siano, in un modo o nell’altro, devono essere registrati perché non siamo nell’ambito del “caporalato” in cui girano cifre di cinque, sei euro a persona e vengono denunciati due; qui siamo nell’ambito di centinaia di migliaia di euro e questi non possono assolutamente “viaggiare” elusi.
A questo punto, quale è la situazione?
La Muraro ha stabilito un caso. Se non fosse stata nominata assessore all’ambiente, materia di cui le si riconoscono competenze, le “irregolarità” che le si addebitano, non sarebbero nemmeno emerse ma Renzi si trova nella spiacevole situazione dell’aver dovuto consegnare una città come Roma ad una donna dell’opposizione che l’ha “bruciato” letteralmente per cui, oggi, che si sente “alle corde”, ci si è scatenato con tutti i mezzi a sua disposizione per contrastarne l’operato.
In questa situazione, siamo certi che, risolto un caso, la politica ne tira fuori un altro e poi un altro ancora senza soluzione di continuità perché lo scopo non è di trovare i “cavilli” per tutelare la legalità di un procedimento, che, si sa bene che non ha alternative, ma è quello di impedire che ne sia portato a termine il disegno da una persona dell’opposizione. Berlusconi insegna.
La storia politica del nostro paese è strapiena di questi fenomeni, ma la loro realtà, l’ha denunciata lui medesimo non più di due, tre giorni or sono quando ha rinfacciato a tutte le forze politiche di rimpallarsi a vicenda, da numerosi decenni, le proposte e le bocciature della riforma costituzionale, non per migliorarla, ma per non farla.