Politica
“…nonostante le tante misure…”
Roma, 14 ottobre – Le parole della gentile lettrice del TG5 sono molto significative. “Nonostante le tante misure adottate per combattere l’evasione fiscale, ci sono 211mld di euro (non di arachidi) di economia sommersa, alias “in nero”, volgarmente dette entrambi, “evasione fiscale”. A questa situazione risponde la situazione economica.
Per riparare le varie falle, come volevasi dimostrare, manovra economica. Ventiquattro, venticinque miliardi prelevati da chi ha già pagato le tasse perché non potrebbe essere diversamente.
La “manovra economica” si fa su chi non può “sfuggire”, non su chi sta in un paradiso fiscale, su un’amaca a bere una bevanda tropicale. Sempre nell’ambito dell’evasione fiscale, giorni or sono si era anche ventilato di mettere in atto un meccanismo del tutto simile, o diciamolo esplicitamente, uguale allo “scudo fiscale” ideato da Tremonti. Il calcolo prevedeva che, tolte le varie multe e le percentuali per incentivarne la possibilità reale del rientro, si recuperava il 50% dei capitali che sono nei paradisi fiscali. Ennesimo “schiaffo all’onestà” contestato a Tremonti, ma ripetuto da Renzi. Tutto questo a fronte di una situazione a dir poco paradossale.
L’avvicinarsi del 4 dicembre e la corsa a rastrellare tutti i “SI” possibili…ma, in quale modo? Non certo con il ragionamento, i calcoli reali e il convincimento… giammai!!! …come potrebbe essere possibile?!… allora con le programmazioni di interventi.
“Da troppo tempo non si fanno concorsi!”, tuona ai microfoni, quindi assunzione di 10.000 agenti nelle forze dell’ordine e altre migliaia di infermieri”. Poi si impappina sugli infermieri perché, sebbene oggi costoro “godano” della laurea e del titolo di “Dott” pure loro, …senza i medici?!…e, allora, aggiunge “…ehm, si…anche di medici, ovviamente…”.
Tutto potrebbe apparire “roseo e plaudente”, se non ci fosse il problema dei capitali. Innanzi tutto, fino a ieri, i soldi occorrenti per queste “lodevoli” iniziative, non c’erano e l’unica sua politica economica era quella del taglio delle spese, ed arrivava a questo obiettivo con l’”abile” artificio del taglio dei servizi in tutti i settori della pubblica amministrazione. Oggi, pur di “accaparrarsi” i “SI”, programma non gli investimenti, ma queste assunzioni che non sono produttive ma vanno ad appesantire ulteriormente la spesa pubblica, che deve essere ridotta, quindi il contrario di ciò che servirebbe, e sta bene; ma i soldi occorrenti, che fino a “ieri” non c’erano, dove va a prenderli? In contrapposizione a questo programma di interventi c’è l’annale e famigerato dovere di sanare i debiti con gli industriali. …beh, ripetiamo; in aggiunta al programma precedente, i capitali per tutte queste “belle cose”, possiamo sapere dove va a prenderli, improvvisamente disponibili? Capitolo chiuso.
Esaminiamo un altro argomento. Le imprese sono gli unici motori dell’economia del paese. Garantisce di abbassare loro le imposte… ma è al contribuente che deve abbassare le imposte tra dirette e indirette, altrimenti il contribuente con che cosa acquista il prodotto da consumare con il quale processo avvia l’economia se il suo reddito è assorbito dalle tasse? Possibile che un elemento di politica economica così elementare, non lo conosca proprio o non lo recepisca proprio?
“Gli interventi programmati”, parole di Renzi, “avrebbero la possibilità di aumentare la produttività delle industrie”… aumentare la produttività!!!…ma la produttività si ottiene facendo la produzione a ciclo integrale, non quando, per le tasse, le industrie chiudono, e quello è possibile quando c’è la domanda che definisce il “CONSUMO”, non oggi che il “CONSUMO” è inesistente.
Dobbiamo ricordare a Renzi che Gorbaciov sciolse il PCUS e il Soviet Supremo proprio per questo? Il partito aveva fallito la sua politica economica perché i magazzini erano stracarichi del prodotto dell’industria che, per mancanza di liquidità, che non permetteva la “DOMANDA”, non veniva CONSUMATO e l’economia ristagnava. Fece un efficace discorso al Soviet Supremo illustrando ironicamente il paradosso della grande potenza produttiva e della parallela debolezza commerciale. Tutta la sala congressuale si divertì e il partito e il soviet furono sciolti.
Capitolo pensionamenti anticipati. Si sta girando sull’argomento non da un giorno ma ogni meccanismo ipotizzato si scontrava contro la mancanza dei soldi e la non rispondenza dei calcoli. Oggi, improvvisamente, pur di accaparrarsi il “SI” referendario, con i numeri siamo arrivati “a fare i miracoli” che prima non si riusciva a fare. Aggiustando in un senso o nell’altro i vari decimali, come sempre, “a parole”, improvvisamente, le situazioni, non i numeri, “hanno risposto” ai trentacinque anni di contributi e i pensionamenti anticipati risultano possibili… con il meccanismo di un “prestito”.
Industria e pensioni; due voci che richiamano ossessivamente l’evasione fiscale e l’economia in nero. Le parole della lettrice del TG5 martellano impietose “…nonostante le tante misure messe in atto…” … ma quali misure il governo ha messo in atto per combattere l’evasione fiscale, quali?…se gli stessi sindacati (dividendosi strategicamente gli argomenti di contestazione fra di loro) “abbaiano, abbaiano” per chiederle ma fanno il possibile… e l’impossibile per non averle?…