Il ritorno del Made in Italy
Roma, 28 ottobre – Analizzando la classifica dopo la decima giornata balza agli occhi la quarta posizione occupata dal Milan. Al di là della pesante sconfitta di Genova di martedì è un ottimo risultato, se calcoliamo che era partito a fari spenti dopo una campagna acquisti in tono minore e se teniamo conto del fatto che è riuscito anche a battere la Juventus a San Siro. I rossoneri dopo aver abbandonato i fasti dell’era berlusconiana e in attesa del closing della trattativa che porterà la maggioranza assoluta delle quote in mano cinese, hanno puntato su un tecnico italiano di sicuro valore come Montella e su una nidiata di giovani azzurri di sicuro avvenire, come il portiere Donnarumma, i terzini Calabria e De Sciglio, il centrale di difesa Romagnoli e i centrocampisti Locatelli (match winner contro la Vecchia Signora) e Bonaventura. Questa filosofia adottata dal Milan va in controtendenza con le strategie della maggior parte delle società italiane e dimostra che i giovani calciatori italiani bravi ci sono, basta rischiare e metterli in campo. Decisamente agli antipodi invece il modus operandi dell’altra società meneghina, l’Inter, che punta da anni su calciatori stranieri a cui quest’anno ha aggiunto anche il tecnico, l’olandese De Boer, che sembra in difficoltà nell’amalgamare la squadra. E poco cambia, nel giudizio, la vittoria con il Torino, arrivata dopo la debacle di Bergamo, in seguito alla quale molti calciatori nerazzuri si sono lamentati delle capacità di comunicazione dell’allenatore orange. E così, mentre i cugini del Milan vengono trascinati dai propri giovani, la multinazionale interista annaspa con i suoi tanti stranieri. Ma non sono solo i rossoneri di Milano ad investire su giovani italiani e del vivaio. Anche Lazio, Torino e Sassuolo sono società che fanno ben sperare nell’inversione di tendenza in un campionato che parla sempre più straniero e con la percentuale di utilizzo di giocatori italiani che non arriva al quaranta per cento. Questi sono esempi positivi che possono portare alla rinascita del nostro calcio, con l’augurio che con il passare delle giornate siano sempre di più le squadre a seguire il modello Sassuolo con nove undicesimi della formazione composto da calciatori nati nel Bel Paese, a discapito di società come l’Udinese che in nove giornate di campionato ha schierato appena quattro giocatori italiani. E la differenza di risultati anche in questo caso è sotto gli occhi di tutti.