Dopo 12 anni, dalla Questura inizia l’impiego del braccialetto elettronico per i detenuti agli arresti domiciliari
Finalmente, dal progetto di adozione del 2000 per il controllo dei detenuti agli arresti domiciliari mediante l’uso del braccialetto elettronico, da ieri è funzionante mediante il collegamento allestito all’interno della sala Operativa della Questura di Roma, ed è applicato attualmente, su disposizione del giudice del Tribunale di Roma, su tre persone detenute agli arresti domiciliari per reati legati agli stupefacenti.
L’obiettivo del dispositivo elettronico è quello di consentire un progressivo miglioramento alla situazione del sovraffollamento carcerario attraverso l’impiego di un meccanismo domiciliare di controllo a distanza sul quale dovranno vigilare le forze di Polizia.
Il congegno, è composto da un braccialetto elettronico che viene applicato al polso e da una centralina che, posizionata all’interno dell’appartamento, ne rileva costantemente la posizione.
L’apparato elettronico è posizionato vicino alla linea telefonica del “domiciliato” ed utilizza il sistema di trasmissione dati wi-fi.
Il superamento della distanza consentita del braccialetto dalla centralina o qualunque altro tentativo di manomissione del sistema, fa scattare l’allarme alla centrale delle forze dell’ordine che procedono al controllo del detenuto.
L’allontanamento non consentito e la manomissione sono equiparate in tutto e per tutto ad un tentativo di evasione.