Grande debutto di Barbara Amodio al Teatro Due con “Anime nude”
Anime nude è uno spettacolo di forte sensibilità emotiva. Sette donne ed un uomo rappresentano sul prestigioso palcoscenico del Teatro Due, che conferma la tradizione di proporre sempre spettacoli di alto livello nella sua programmazione stagionale, tutta la rabbia di chi ha subìto una violenza.
Tra le parole dei protagonisti echeggiano in modo assordante e insistente quelle in cui si evidenzia il nuovo approccio tecnologico del malvagio “…il mostro della rete ha mille facce” . Proprio il ricorso al web del malfattore cattura l’interesse dello spettatore che lo fa riflettere pensando ai cari che ha più vicino nella vita quotidiana ed alle misure da intraprendere per proteggerli e per contrastare questo gravissimo fenomeno sociale dei nostri tempi. Lo spettacolo ha un ritmo incredibile, ben appropriate le musiche che accompagnano i monologhi degli attori.
Interpretazione superba di Barbara Amodio, regista e attrice protagonista, che conduce gli attori per mano avvicendando la sua figura di narratrice a quella di testimone e vittima di eventi drammatici. Ma ogni personaggio è vittima e testimone del proprio dramma e la sofferenza è sempre personale e atroce. La platea dimostra forte sensibilità alle esperienze delle donne orientali che subiscono le violenze maggiori in senso assoluto in quanto supportate dal fanatismo religioso e dallo stato sociale in cui vivono. Le attrici, tutte molto brave, esprimono nel modo giusto passionalità, rabbia, sofferenza e senso di vendetta. L’unico attore in scena, Danilo De Santis, che abitualmente si propone in spettacoli di carattere comico e per questo maggiore risalto ha la sua “performance”, rappresenta l’ambigua violenza dei pedofili nei confronti dei bambini che tra i mostri sono i più specializzati nell’uso della rete nella quale riescono ad ingannare con estrema facilità le vittime predestinate. Lo spettacolo è di grande valore narrativo e le autrici del testo, Gioconda Marinelli e Angela Matassa, raccontano attraverso il testo “intensi ritratti di donne comuni, scienziate, pensatrici, prostitute, bambine, tutte vessate dall’indifferenza, la sopraffazione, la violenza esercitata ai loro danni dalla società e dal potere”. Il connubio tra una scenografia volutamente scarna ma di grande effetto emotivo, come il velo bianco che copre la vergogna e lo strazio delle vittime della violenza all’inizio ed alla fine dello spettacolo, e le interpretazioni mirabili delle attrici in scena, danno allo spettacolo un valore prezioso da conservare nella mente di chi ha apprezzato con applausi convinti che hanno determinato “la rentrée” per ben tre volte! Complimenti alla direzione artistica, curata da Gianni Afola, sempre attenta a proporre spettacoli di grande attualità e qualità.
Da evidenziare la imponente presenza scenica di Marta Iacopini che “brucia” il palcoscenico con una mirabile interpretazione che fa venire i brividi. Antonella Civale, cela una passione spezzata e fa emergere la qualità della sua recitazione, incredibile l’effetto del velo nero che nasconde le gentili forme del suo corpo. Giovanna Beatrice Dei Giudici ha il gravoso compito di aprire la scena ma è proprio lei a dare la vera immagine della violenza che le autrici e la regista volevano far emergere, una interpretazione decisa! Gemma Marigliani, esprime tutte le sensazioni dello spettacolo, è bravissima nella mimica e commuove la platea con una sontuosa interpretazione. Laura Bennati interpreta la bambina del sesso e la sua trasformazione forzata a donna è un passaggio difficile da far recepire ma non per lei. Ornella Amodio bravissima, sensuale, con una voce che spacca il teatro esprime rabbia e dolcezza nello stesso tempo incanta tutta la platea ed è proprio lei che lascia la sensazione allo spettatore di aver assistito ad un grande evento teatrale!