Politica
Mattarellum?
Roma, 20 dicembre 2016 – Fallita la riforma costituzionale, alle urne! Era inevitabile ed è necessario, per cui riforma elettorale! (…di riforma in riforma, quindi!)
Fra le tante ipotesi “porcellum” e “italicum”, la “mattarellum”, (da Mattarella, attuale Presidente della Repubblica, che ne è stato il relatore) sembra la più quotata ma, risolverà il problema?
Esplicitamente “NO”, come il “verdetto” scaturito dalla consultazione popolare sulla riforma costituzionale. Non lo risolverà perché, allo stato attuale, è troppo “un’insalata mischiata” tra maggioritario e proporzionale e recupero degli sconfitti e, invece di risolverli, i problemi delle elezioni li aumenta.
È finalizzato maggioritariamente a costituire un sistema maggioritario e, fin qui, tutto bene ma…ATTENZIONE!!! (con tre punti esclamativi). Sistema maggioritario, si, ma “ILLUSORIO” perché (e siamo sempre là, “tutte le pulci vogliono tossire”), esso, funzionale nella teoria, si dimostra fallimentare nella pratica.
Esso non è finalizzato a costituire due “grandi” partiti, che si contrappongono in alternativa l’uno dell’altro, ma due “grandi”, si, ma schieramenti di piccoli partiti, più un centro moderato. Il problema è proprio questo. I piccoli partiti vanno a formare un “grande” schieramento ma numerico, non ideologico, per conservare “poltrona” e soprattutto “identità”. Da qua, la contrapposizione di alternativa è puramente e massimamente illusoria. Su questo sistema elettorale ci è caduta la sinistra, e ci è caduta la destra e le loro cadute ci hanno dimostrato tutta la sua fallibilità e la sua nevralgia. Fra lista maggioritaria a percentuale proporzionale e ripescaggi vari (va be’ che siamo a Natale, ma le pesche di beneficenza non si addicono alla politica!), questa legge ha dimostrato due cose: tutta la impossibilità della attuale classe politica di “auto organizzarsi” ideologicamente, per costituire un sistema di governo funzionale e tutta l’incapacità del popolo di costituire i due grandi “partiti” per ottenere la governabilità del paese. Fin quando il popolo continuerà a votare e a mandare al Parlamento un partito che ha il 2% o lo 0,8%, questa situazione non cambierà e il risultato che si otterrà sarà sempre e amaramente un sistema politico in cui “avranno sempre vinto tutti”.
Una risposta politica nel merito la diede molti anni or sono Enrico Berlinguer. In una campagna elettorale, ad un giornalista che gli chiedeva se ritenesse utile o meno la presenza al Parlamento dei piccoli partiti, Berlinguer rispose che “lui la campagna elettorale la faceva per il suo partito, non per quello di chiunque altro”.
Noi, più tecnicamente, possiamo dire che con il sistema proporzionale, auspicato da una parte del Parlamento che fa capo a Lupi, il partito più piccolo si può trasformare, paradossalmente, nel più forte e scompaginare tutto un sistema di governo perché, nel momento in cui alla maggioranza mancherà un “1%” per governare, esso può fare decidere le sorti del governo se questo non gli accorda quello che lui chiede.
Con il “mattarellum” il contrasto per il governo può cominciare già nello schieramento che lo sostiene perché, essendo esso numerico e non ideologico, il governo può trovarsi a governare percorrendo una strada sul filo di un rasoio.
È chiaro il concetto, elettore?