Il sempiterno problema dell’ambiente
Roma, 17 novembre 2018 – Oggi, sui quotidiani imperano informazioni sul gran tema ambiente… Ben noto in senso negativo ai cittadini per bene, non certo ai furbi, ma a quelli gravati da tasse plurime e reiterate….
Bene, iniziamo con la prima pagina de “Il Fatto Quotidiano” dove si annuncia che Giambattista Toninelli, definito il “Papa dei fanghi rossi”, broker dei rifiuti pericolosi, si è salvato con la ben solita prescrizione. La sua attività consisteva nel fare da intermediario tra le aziende del nord e gli imprenditori-smaltitori vicini ai Casalesi…. Nel corso di molte operazioni, tra Napoli e Caserta, sono state scoperte anche tonnellate di oli esausti di officine meccaniche, acque reflue degli autolavaggi e di attività per la lavorazione di pellame che finivano direttamente nelle fogne. I fumi e le esalazioni pericolose delle autocarrozzerie, inoltre, venivano rilasciati nell’atmosfera senza alcuna protezione e autorizzazione. Trovate, sovente, anche migliaia di gomme usurate, depositate in maniera incontrollata, e centinaia di sacchi contenenti scarti di lavorazioni tessili, tenuti a deposito negli spazi delle aziende, in attesa di smaltimento irregolare.
La storia della Terra dei Fuochi è, quindi, antica, e molte volte lo abbiamo scritto su questa testata che si ispira ai valori storici politici e morali del grande Gaetano Salvemini…
Dovrebbe, in particolare, far riflettere attentamente il risultato fornito recentemente dall’Iss (Istituto Superiore di Sanità) sulla situazione epidemiologica nei 55 Comuni (32 della Provincia di Napoli e 23 della Provincia di Caserta) definiti dalla Legge 6/2014 come ‘Terra dei Fuochi’, in relazione allo smaltimento illegale dei rifiuti. Le patologie oggetto dello studio sono state indagate utilizzando tre indicatori: la mortalità, i ricoveri ospedalieri (disponibili per tutti i 55 Comuni in esame) e l’incidenza dei tumori (disponibile per 17 Comuni della Provincia di Napoli, quelli serviti dal Registro Tumori). Emerge che in quelle zone, mortalità, ricoveri e tumori, sono in eccesso rispetto alla media regionale. L’allarme, purtroppo, riguarda anche i bambini!
Bene, sempre su quella martoriata zona ancora oggi tutti i quotidiani della Repubblica e TG, hanno propalato l’esito del Comitato Provinciale dell’Ordine e Sicurezza Pubblica presso la Prefettura di Napoli con le dichiarazioni del Ministro dell’Interno e vice-Premier Salvini, secondo cui l’emergenza rifiuti in Campania resta drammaticamente sul tappeto e per superarla sarebbe necessario, parole del Ministro, un inceneritore per provincia… suscitando circense bagarre con gli alleati politici tanto che l’altro vicepremier, Di Maio, ha fatto sapere che gli inceneritori “non c’entrano una ceppa”. In ciò, superando nel tono persino le perplessità che pure il Presidente della Camera, l’altro pentastellato e campano doc Roberto Fico, ha sollevato. Al riguardo, l’ ex Capo della Protezione Civile Bertolaso ha giustamente risposto così: “…si dovrebbe sapere bene che…(in quella zona, i cittadini)… ricevono la corrente dal termovalorizzatore di Acerra, con notevoli sconti sulla bolletta. E che a differenza di qualche annetto fa, si ritrovano pure le strade pulite e la qualità dell’aria migliore …” Aggiungendo che quel termovalorizzatore ” smaltisce più di settecentomila, dico 700.000, tonnellate di spazzatura all’anno evitando quindi la creazione di discariche come quella di Pianura, ben nota, ogni anno…. Basta andare sul sito dell’impianto per leggere i dati sulle emissioni nell’aria, che sono al di sotto della soglia minima imposta dalla tanto vituperata Europa e creano occupazione e tasse ridotte per le genti dell’area”.
Di qui, l’invito dell’ex Capo della Protezione civile al Ministro dello Sviluppo Economico… “Perché Di Maio una volta che va a trovare mamma e papà non si fa un giretto nell’impianto? E mister Fico perché non chiede a mister de Magistris per quale ragione starnazza disperato quando l’impianto di Acerra chiude una sola linea per manutenzione? Magari scopre che la Terra dei fuochi appartiene a chi ha combattuto la costruzione dell’impianto, facendo un favore a quella camorra che tanto combattono, a parole”, conclude Bertolaso.
Ora torniamo a noi, condividendo il pensiero di Bertolaso, che i Termovalorizzatori sono davvero importanti per un valido e pulito smaltimento dei rifiuti… In nord Italia sorge nella zona sud di Brescia, in prossimità di altri impianti produttivi collegati con la rete di teleriscaldamento cittadino. Il Termoutilizzatore fornisce, infatti, un significativo contributo al fabbisogno energetico della città lombarda. Infatti, oltre a produrre energia elettrica, recupera il calore generato e lo convoglia, attraverso una rete di teleriscaldamento di oltre 630 chilometri, fino alle abitazioni dei singoli utenti. L’impianto è composto da 3 unità di combustione interdipendenti alimentate da rifiuti urbani indifferenziati e rifiuti speciali non pericolosi. L’impianto, in funzione dal 1998, è composto da tre unità di combustione ed è concepito sulla base di tecnologie largamente sperimentate nel mondo per garantire emissioni fortemente inferiori rispetto a quanto stabilito dalle normative. Nel 2006 ha ricevuto il prestigioso riconoscimento “Industry Award” del Wtert della Columbia University di New York, che l’ha eletto il “miglior impianto del mondo”. E che dire del Silla 2 di Milano? Indubbiamente con giudizi ultrapositivi… All’estero citiamo solo gli impianti di Montecarlo, il primo dei quali costruito in centro Città, vicino al famoso Casinò, con criteri architettonici di primissimo ordine, come immaginabile. Sempre su Montecarlo, leggiamo su stampa specialistica che… nel corso dell’incontro stampa organizzato recentemente al Ministero di Stato, il Consigliere – Ministro delle infrastrutture, Marie-Pierre Gramaglia, affiancata dai Direttori dei servizi dell’urbanismo, tecnico e ambientale, ha reso pubblici i dati relativi alla politica di gestione dei rifiuti nell’ottica della riduzione degli stessi, dell’applicazione delle norme previste dalla convenzione di Bale (Trattato di Basilea) e sulla loro valorizzazione.. Parola d’ordine: efficienza, minimo spreco e massima resa. Seguendo le direttive del Sovrano e in applicazione degli obiettivi posti dall’accordo sottoscritto anche dal Principato di Monaco alla COP 21 – che oltre la riduzione dell’emissione CO2 prevede il 100% dell’energia da fonti rinnovabili entro il 2030 – per MonteCarlo è giunto il tempo dei bilanci e delle decisioni in termini di smaltimento rifiuti. Quindi, a breve, l’approvazione di uno studio sull’impatto ambientale commissionato dal governo per assicurare la fattibilità del prossimo termo-valorizzazione, di nuova generazione, che entro il 2018 sostituirà quello attuale datato 1980. A Monaco, dunque, si prepara la strada per un controllo più severo per la raccolta differenziata pur non prevedendo sanzioni in caso di inadempienza da parte degli abitanti.
Vogliamo imparare dal nobile Principato? Ne dubito, mancano le ‘camurriate’ italiane!