Sempre più elettronica in aiuto della medicina
Roma, 3 settembre – Dall’ingegneria, arriva un “naso elettronico” quale aiuto economico alla Sanità, facendo risparmiare esami lunghi e costosi per accertare la presenza dei tumori alla prostata ed alla vescica.
Il “naso elettronico”, il cui costo è di circa 25mila euro e richiede pochissima manutenzione, secondo alcuni studi fatti, ed in particolare uno pubblicato sul Journal of Urology nel mese di maggio, è in grado di distinguere efficacemente tra il tumore alla prostata e l’ipertrofia prostatica benigna, due condizioni spesso confuse dai test del sangue e che necessitano invece di metodi molto più invasivi e costosi.
Il primo dispositivo giunto in Italia, è in uso ai ricercatori della clinica Urologica del Policlinico Gemelli di Roma, i quali in questi giorni inizieranno i test allo scopo di verificare su 100 pazienti con il tumore, se il “naso elettronico” è in grado di scovarli ed ha un’efficacia paragonabile agli altri esami, fermo restando che le ricerche saranno portate avanti parallelamente a quelle tradizionali.
Pierfrancesco Bassi, direttore della Clinica, ha dichiarato :” ”Al giorno d’oggi nasi elettronici sono in sperimentazione in diversi campi, ad esempio per il tumore ai polmoni attraverso il respiro, mentre noi urologi possiamo contare sull’urina, un campione facile da raccogliere e analizzare ma i tumori che prevediamo di trovare sono quello della vescica, il più costoso per il servizio Sanitario Nazionale, e quello alla prostata, entrambi a diretto contatto con l’urina e che quindi rilasciano nel liquido molecole che possiamo ‘annusare’. Siamo i primi in Italia a usare questo dispositivo, e l’obiettivo è verificare se può sostituire gli esami attuali, determinando un grande risparmio anche se è ancora prematuro quantificarlo”, aggiungendo ”L’idea di utilizzare gli odori per le diagnosi non è nuova. Si pensi, ad esempio, al fatto che alcune infezioni danno cattivo odore. Già in epoca vittoriana ai medici inglesi veniva insegnato ad usare tutti i sensi, e più recentemente si è scoperto che i cani, soprattutto i labrador, sono in grado di distinguere i tumori con l’olfatto, anche grazie ai loro 200 milioni di recettori mentre l’uomo ne ha solo 5 milioni”.