I ricercatori canadesi hanno esaminato 613 casi di adulti a cui, nei cinque anni precedenti, era stata diagnostica l’asma. I pazienti sono stati sottoposti a tre esami e, per 203 di loro (quindi un terzo), la malattia è stata esclusa. Rivalutati dopo un anno, 181 “malati”, avevano ancora una funzionalità dei polmoni ottimale, tale da poter escludere la malattia. Dallo studio è emerso che tra le patologie trovate e scambiate per asma, avevano riscontrato broncopneumopatia ostruttiva, alcune allergie e, nel 2% dei casi, un problema molto grave come l’ipertensione polmonare.
Gli autori hanno scritto: “Siamo riusciti a non far prendere i farmaci a questi pazienti per un anno, senza che tornasse la malattia. Per alcuni c’era stato chiaramente un errore nella diagnosi, mentre altri avevano effettivamente l’asma ma era in remissione” concludendo che “Lo studio conferma che è necessario confermare la presenza dell’asma con un test della funzionalità dei polmoni, per evitare di trattare la malattia sbagliata o di esporre i pazienti a terapie non necessarie”.