Medicina

Contagio Coronavirus: Aggiornamento del 08.04.2020

Coronavirus dai dati forniti dal Dipartimento della Protezione Civile, frutto dell’inosservanza delle disposizioni per il contenimento dell’epidemia, aumentano i nuovi contagi, calano i ricoverati in terapia intensiva, aumentano i guariti e diminuiscono i decessi, 542 (ieri erano 604)

Contagio Coronavirus – Questi i dati ufficiali forniti alle ore 18:00 del 08.04.2020 con il bollettino ufficiale comunicato dal Dipartimento di Protezione Civile sulla situazione della diffusione e del contagio coronavirus in Italia.

Contagio Coronavirus Covid-19: i dati delle ultime 24 ore.
Il totale delle persone risultate colpite dal contagio da Coronavirus, è di 139.422, +3.836 (ieri erano 135.586,+3.030 ) (Attualmente: contagiati 95.262 di cui: 3.693, -99 rispetto a ieri nei reparti di terapia intensiva, ricoverati con sintomi 28.485, – 233 rispetto a ieri, 63.084+1.527 rispetto a ieri quelli posti in isolamento domiciliare; guariti 26.491; deceduti 17.669, dati questi ultimi da confermare quando l’Istituto Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva del decesso)

I contagiati dal coronavirus in cura sono 95.262,+1.195 (ieri erano 94.067, +880)

Le persone guarite dal contagio coronavirus, in totale sono 26.491, +2.099 (ieri erano 24.392, +1.555)

I morti per il contagio coronavirus sono in totale 17.669, + 542 (ieri erano 17.127,+ 604 )

CORONAVIRUS, COVID-19 – Attività di polizia
L’aumento dei contagiati di CORONAVIRUS, COVID-19 , è dovuto al comportamento irresponsabile di  molti cittadini. Dai dati forniti dal Ministero dell’Interno alle 15,25, dall’11 marzo al 7 aprile, risulta il controllo di 5.597.967 persone, mentre sono 2.387.708 le verifiche sugli esercizi commerciali.
Di questi, sono state elevate 9.999 sanzioni amministrative, 46 le denunce per falsa attestazione o dichiarazione e 29 per violazione dell’obbligo di quarantena mentre sono state sanzionati 171 esercizi commerciali e disposta la chiusura di 14 attività

CORONAVIRUS, COVID-19 – Dibattito sulla fase 2
È in atto un animato dibattito sulla Fase 2 e la riapertura delle attività, a cominciare dalla data d’avvio e poi sulle modalità e la durata.

Il fisico Alessandro Vespignani, direttore del Network Science Institute della Northeastern University di Boston, ha dichiarato all’Ansa : “E’ un processo che vedo per i prossimi 6-8 mesi”. “La seconda fase continuerà a lungo, non possiamo immaginare una guerra vinta perché avremo altre battaglie e non dobbiamo pensare di poter tornare alla normalità piena in luglio o agosto” aggiungendo che “Potrebbero volerci settimane prima di allentare le misure di contenimento dell’epidemia di Covid-19 in Italia”. “Ora in Italia siamo in una fase di trend positivo, ma nelle prossime settimane non correrei a rilasciare misure perché ci sono ancora molti casi. Si dovranno fornire gli strumenti per uscire dall’emergenza nel modo più sicuro: non vogliamo tornare in una fase di pre-ondata”.

Per l’infettivologo Massimo Galli dell’ospedale Sacco di Milano, prima di tutto occorre colmare l’attuale carenza di dispositivi diagnosti ovvero di test per il CORONAVIRUS, COVID-19, prima di pensare alla fase 2. “Dobbiamo interrogarci sul perché l’Italia non abbia messo in piedi linee di diagnostica per passare alla fase 2 oggi prematura, ma da programmare altrimenti si rischia di spalmare la ripresa in un tempo infinito o anticipata, con il rischio di nuovi focolai”.

La riapertura è l’argomento base per il mondo dell’impresa. La Confindustria di Lombardia Emilia Romagna, Piemonte e Veneto hanno sottoscritto un agenda per la riapertura delle imprese e la difesa dei luoghi di lavoro e fronteggiare l’emergenza coronavirus. Se non riusciremo a ripartire nel “breve periodo, il Paese rischia di spegnere definitivamente il proprio motore e ogni giorno che passa rappresenta un rischio in più di non riuscire più a rimetterlo in marcia”

Per Carlo Robiglio, presidente della Piccola Industria, (il 98% delle aziende in Confindustria), ha spiegato all’Ansa che la piccola e media impresa italiana in questa situazione di blocco della produzione non può resistere tanto. “Questa situazione in maggio deve trovare una soluzione, se si scavalla l’estate con un blocco di questo tipi i rischi diventano pesantissimi. A parte le attività stagionali, che non riaprirebbero mai più”. E precisa: “Bisogna che per fine aprile inizio maggio inizi almeno la fase due per una serie di attività”. Nella trincea dei piccoli e medi imprenditori – aggiunge – c’è “la consapevolezza del rischio di non poter riavviare l’impresa, di non poter garantire i posti di lavoro in futuro”. Ma anche “sentirsi soli, non compresi, messi sul banco degli imputati”, molti imprenditori “lo hanno vissuto malissimo”. “E’ stata la cosa più brutta di questi giorni difficili”.

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