Medicina

Contagio Coronavirus: Aggiornamento del 16.04.2020

Aumentano i contagi dal coronavirus +3.786, guariti +2.072, calano i decessi a 525

Contagio Coronavirus Covid-19: i dati delle ultime 24 ore.

Coronavirus dai dati forniti dal Dipartimento della Protezione Civile, aumentano i nuovi contagi, ma scendono i decessi

Contagio Coronavirus – Questi i dati ufficiali forniti alle ore 18:00 del 16.04.2020 con il bollettino ufficiale comunicato dal Dipartimento di Protezione Civile sulla situazione della diffusione e del contagio coronavirus in Italia.

Il totale delle persone risultate colpite dal contagio da Coronavirus, è di 168.941, +3.786 (ieri erano 165.155, +2.667 ).

I contagiati dal coronavirus in cura sono 106.607, +1.189 (ieri erano 165.155, +2.667 ), di cui 2.936 3.079 (-107 di ieri) in terapia intensiva, ricoverati con sintomi 26.893, -750) ieri erano 27.643, -368); in isolamento domiciliare 76.778, +3.684 (ieri erano 73.094)

Le persone guarite dal contagio coronavirus, in totale sono 40.164, +2.072 (ieri 38.092 (+962) )

I morti per il contagio coronavirus sono in totale 22.170, +525 (ieri erano 38.092 (+962) ), dati questi ultimi da confermare quando l’Istituto Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva del decesso)

Aumentano le vittime tra il personale sanitario per l’infezione da Covid-19: a oggi sono 127 i medici, 31 infermieri e 9 farmacisti. Oggi è deceduta anche un’ostetrica nel napoletano.

Come avevamo detto, dai dati forniti dalla Protezione Civile, non è precisato se nel numero dei morti comunicati, sono compresi eventuali decessi di ricoverati in terapia intensiva, che farebbe calare il numero dei ricoverati, risultando quindi… una vittoria sulla malattia!

CORONAVIRUS, COVID-19 – Il dilemma: si apre o non si apre?
Le Regioni Veneto, Sicilia, Piemonte e Lombardia, seppure previo benestare delle autorità sanitarie, sono per la riapertura delle attività commerciali, anche perché le attività commerciali sta andando a rotoli con grave danno per l’economia nazionale. Apertura da concordare anche con imprenditori e parti sociali.
Ovviamente, immediato il no politico della Cgil, Cisl e Uil,che hanno chiesto un incontro al premier Giuseppe Conte sulla fase due, dicendosi “preoccupati delle iniziative di singole regioni o realtà territoriali perché crediamo che in tal modo si possano pregiudicare gli sforzi che tutto il Paese ha messo in campo. Non è il momento delle fughe in avanti o dei protagonismi. Occorrono linee guida omogenee” e “condivise”.
La malsana “idea di lasciare a casa più a lungo degli altri gli anziani non convince ed è una misura discriminatoria nei confronti di una parte molto consistente della popolazione che ha già sofferto tanto a causa dell’emergenza sanitaria da coronavirus” è la pronta risposta congiunta dei sindacati dei pensionati Spi-Cgil, Fnp-Cisl, Uilp-Uil insieme alle rispettive associazioni del volontariato Auser, Anteas, Ada che sottolineano che “una prolungata assenza di attività fisica e sociale può avere inoltre conseguenze molto gravi sul benessere psicofisico delle persone anziane, soprattutto di chi è molto anziano e di chi ha più di una patologia“.
Dimenticano che, la morte di pensionati, non è proprio un grave danno per l’Inps, che può destinare quei fondi ad altre attività più lucrose per i politici che non si preoccupano eccessivamente – se non a parole – delle condizioni di indigenza in cui hanno portato gli italiani utilizzando fondi per ciò che serve solamente quale “serbatoio di voti”.

Ma noi, come di consuetudine, più che sulle parole, ci basiamo sui fatti, quelle che i giuristi definiscono “prove”, quindi prima di azzardare ipotesi poi smentite dai fatti, aspettiamo che Giuseppe Conte si pronuncia, con documenti reali e non parole che vengono rimangiare dopo pochi secondi”per errate interpretazioni”.

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