Roma, 3 maggio 2020 – Domani entra in vigore la prima parte della Fase Due del Dpcm del 26 aprile 2020 sul coronavirus che consente i primi spostamenti, con rientri e visite ai congiunti, come abbiamo cercato di capire dal confusionario decreto, fatto a gara da ping-pong per il richiamo fra l’una e l’altra legge.
Così, abbiamo cercato di darne un’interpretazione per le cose più comuni, che riportiamo.
Saranno consentiti all’interno della propria Regione di residenza “solo gli spostamenti motivati da comprovate da: 1) esigenze lavorative; 2) situazioni di necessità; 3) per motivi di salute” con l’aggiunta del 4) si “considerano necessari gli spostamenti per incontrare congiunti (Conte precisa famiglie che sono state separate dal lockdown: genitori e figli, nonni e nipoti) purché venga rispettato il divieto di assembramento e il distanziamento e vengano utilizzate le mascherine”.
Già in serata, un’altra precisazione di Palazzo Chigi che i tecnici, supertecnici e affini, avevano ignorato. Per congiunti si intendono “parenti e affini, coniuge, conviventi, fidanzati stabili, affetti stabili”. Quindi, si potrà andare a visitare non solo genitori, figli, nonni, nipoti e consanguinei o persone a cui si è legati giuridicamente ma qualsiasi persona alla quale si sia legati da una relazione affettiva stabile.
Tradotto, TUTTO COME PRIMA, però si possono salutare i congiunti dalla strada, facendo ben attenzione a come viene mosso il braccio che saluta, per non incorrere in apologia di fascismo.
Per andare in un’altra Regione bisognerà invece avere “comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute”.
Dispositivi di protezione
Nei luoghi chiusi la mascherina diventa obbligatoria. E quindi dentro i negozi, negli uffici, nelle fabbriche, sugli autobus, sulla metropolitana, nei treni e a bordo degli aerei bisognerà coprirsi naso e bocca. Almeno, in cabina di regia, si è chiarito che il prezzo deve essere calmierato per chiudere la vergognosa speculazione di mercato.
Parchi e sport all’aperto
Concessa la possibilità di passeggiare anche lontano dalla propria abitazione, mantenendo la distanza di sicurezza. Parchi, ville e giardini pubblici riapriranno su tutto il territorio nazionale, ma gli ingressi nelle aree riservate ai bambini potranno essere «contingentati», e i sindaci potranno attuare restrizioni, sempre seguendo la curva dei contagi. Le forze dell’ordine controlleranno il rispetto delle norme. Sarà possibile fare jogging, praticare sport all’aperto e riprendere gli allenamenti individuali. La distanza di sicurezza sarà di minimo due metri anche per gli atleti professionisti, che però dovranno allenarsi da soli.
Mare e montagna
Per chi è residente in località di mare o di montagna, è consentito nuotare e fare attività motorie da soli o al massimo in due. Non è previsto il trasferimento nelle seconde case.
Messe e funerali
Dopo le polemiche dei giorni scorsi, si a manifestazioni politiche no a funerali, questi potranno essere celebrati ma a condizione che alla funzione non prendano parte più di quindici persone, con mascherine e rimanendo a distanza. Le persone ammesse alla funzione, dovranno essere soltanto i familiari più stretti.
Cibo da asporto
Bar e ristoranti rimangono chiusi ma sarà possibile acquistare cibo da asporto «da consumare a casa o in ufficio» e non rimanendo davanti ai locali.
Aziende
Si rimettono in moto le industrie manifatturiere, le costruzioni e il commercio all’ingrosso relativo a queste filiere.
Ristrutturazioni private
I cantieri privati potranno riprendere a lavorare, perché l’Inail stima che il settore presenta un basso indice di rischio, nel rispetto rigoroso dei protocolli di sicurezza.
Il tutto, sempre con autocertificazione a seguito.
Ora, resisi conto che il decreto è intraducibile, c’è stato un chiarimento scaricabarile da parte del Viminale, ai Prefetti per la sua applicazione…
Viene così raccomandato ai Prefetti, che daranno disposizioni alle dipendenti Forze dell’Ordine incaricate dell’esecuzione ed applicazione delle norme, la cui valutazione nei controlli “dovrà essere affidata ad un prudente ed equilibrato apprezzamento”.
Il che, tradotto, significa che in caso di ricorso alle “contestazioni fatte dagli operatori sulla strada” che potrebbero significare perdita di consensi elettorali, si può accettare il ricorso e scaricare la responsabilità sul poveraccio che ha effettuato i controlli, con la solita, vecchia espressione scaricabarile “LEI HA MALE INTERPRETATO GLI ORDINI E LA NORMATIVA, MANCANDO DEL PRUDENTE ED EQUILIBRATO APPREZZAMENTO”.
E così, anche il Prefetto, si è “parato”…