Medicina

Da Macerata, il cane anticovid

Ancora i cani, in aiuto all’uomo

Roma, 4 giugno 2021 – Potrebbero essere i cani anti-covid a evitarci il test rapido o il tampone molecolare, con il progetto “C19-Screendog”.

L’esperimento è stato reso noto ieri dall’università politecnica delle Marche in collaborazione con l’Area Vasta 3 di Macerata, la Assl di Sassari, l’Università di Camerino e le associazioni cinofile Progetto Serena Onlus Asd, Semplicemente cane e Cluana Dog.

Ad essere prescelti per la sperimentazione, è stata la razza dei cani labrador, i quali hanno un fiuto finissimo, ormai ampiamente dimostrato, tanto da essere utilizzati nei servizi di polizia sia antidroga, antiesplosivi e ricerca tracce.

Nel caso specifico, i cani prescelti hanno seguito mesi di addestramento imparando a riconoscere l’odore di una persona positiva al Covid-19.

Nel caso di positività, il “fiutatore”, si mette seduto ed attende la sua “ricompensa”, solitamente il gustoso bastoncino di croccantino.

Ieri, la dimostrazione si è svolta alla Facoltà di Medicina ad Ancona, con l’impiego di Aki, un cucciolo di 4 mesi e Wave di 12 mesi.

Il loro fiuto, ha permesso così di individuare, nel gruppo di specializzandi che ieri vestivano le vesti dei figuranti, quelli che erano in possesso di provette con campioni Covid-positivi.

Il loro utilizzo, permetterebbe di poter sostituire un test rapido o un tampone molecolare, impiegandoli per lo screening di comunità, tipo all’entrata di una scuola, di uno stadio, di un cinema, feste pubbliche o anche l’ingresso in un ospedale.

Ma il comune entusiasmo, è stato frenato dalla competente coordinatrice del progetto “C19-Screendog” prof.ssa Maria Rita Rippo, docente Univpm, presidente del corso di laurea in infermieristica sede di Macerata.

La Professoressa ha professionalmente chiarito che, prima di avere il ‘valore’ di tampone, saranno necessari test su un migliaio di persone e il confronto con il rispettivo test molecolare, per confermarne l’attendibilità.

 

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