Dall’esame della retina, la diagnosi precoce dell’Alzheimer

Il curry colora le placche che danneggiano cervello

Roma, 13 luglio – (ansa) –  Un esame della retina non invasivo potrebbe un giorno essere usato per riconoscere precocemente e diagnosticare il morbo di Alzheimer molti anni prima della comparsa dei primi sintomi di questa malattia neurodegenerativa, la forma più comune di demenza senile nel mondo.

E’ quanto reso possibile grazie a un apparecchio sviluppato dal centro di ricerca Cedar Sinai di Los Angeles insieme alla Neurovision, già testato su pazienti e soggetti sani di controllo in uno studio clinico i cui risultati sono stati presentati alla conferenza della Alzheimer’s Association International a Copenaghen.

Lo strumento permette, grazie a un sistema di ”colorazione” che sfrutta l’ingrediente principale del curry (curcuma), di visualizzare nella retina le placche di frammento beta-amiloide, la proteina che si accumula nel cervello dei pazienti in quantità tossiche.

La retina, pur essendo una parte dell’occhio, dal punto di vista cellulare fa parte del sistema nervoso e quindi proprio come il sistema nervoso presenta placche di beta-amiloide nei pazienti con Alzheimer. Per di più la sostanza beta-amiloide finisce nella retina ed è visualizzabile tramite colorazione con curcuma ben prima che si accumuli nel cervello.

Questa scoperta è merito proprio dei ricercatori del Cedar Sinai ed è stata resa nota un anno fa. Ad essa ha fatto seguito l’idea di mettere a punto un test di diagnosi precoce dell’Alzheimer tramite un esame della retina.

Il test ha il vantaggio di essere non invasivo e semplice come quello usato dagli oftalmmologi per visualizzare, appunto, la retina.

 

 

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