Perdere o dimenticare qualcosa capita a tutti; farlo sistematicamente spesso rivela che nella nostra vita esiste qualcosa da cui vorremmo tanto fuggire…
Sbattono contro gli stipiti, inciampano, cadono, si chiudono le dita nei cassetti, perdono continuamente il filo del discorso. Oppure dimenticano appuntamenti, oggetti, pensieri, parole, nomi, scadenze fiscali. Questo atteggiamento, se da una parte può irritare chi sta intorno e creare danni o pericoli a se stessi e agli altri, dall’altra comunica sempre che qualcosa non va a livello psicologico. Dopo aver accertato – cosa importante – che non si tratta di una patologia neurologica, cerchiamo di capire e di risolvere.
Dov’è “davvero” il super distratto?
La mente del distratto non è mai tutta lì con lui. Una parte è altrove. Ma dove? Non si sa. È un atto involontario e segnala il bisogno di uscire dalla propria quotidianità. Un bisogno che, se non risolto, diventa una cronica evasione. Un fatto è però certissimo: se la realtà assomiglia ad una prigione, il cervello cerca vie di fuga. Anche tra le nuvole.
Le buone ragioni del cervello distratto
Situazioni inaccettabili
Tipici i rapporti di coppia ormai logori, senza più eros né curiosità, in cui non c’è la forza di uscirne né un amante. Lo stesso vale per studio e lavoro che non piacciono.
Troppi impegni
Si è innescata la fretta, la mente non si ferma su nulla e non è mai nel presente. Con la distrazione il cervello dice basta e evita di “occuparsi”, anche se di cose importanti.
Depressione latente
Molte depressioni sono delle grandi e drammatiche “distrazioni”: manca il “gancio” con l’esistenza, proprio come nelle distrazioni quotidiane.
Idealismo e fantasie eccessive
Alcuni, idealisti e idealizzanti, vivono per una “felicità a venire” e, proiettati in un futuro che non arriva mai, si disinteressano del presente, vissuto con frustrazione.
Cosa fare: dai la precedenza a ciò che ti sta a cuore
– Agenda e priorità
Riduci il dispendio energetico. Compra un’agenda e scrivi tutto, anche le cose più banali che sei certo di ricordare: il cervello sarà più libero. Dai una priorità ai tuoi impegni, stabilendo ciò che è davvero necessario ed evitando, almeno per un po’, il resto.
– Dormire e tacere
Spesso il distratto fatica a prendere sonno e ha perso il giusto ritmo sonno-veglia. Ritrovalo con orari più costanti e l’aiuto di compresse di melatonina (una alla sera prima di coricarsi per quattro settimane). E, sempre per ridurre la dissipazione, parla e lamentati di meno, comunicando solo il necessario.
– Intuire e comprendere
Non subire passivamente la distrazione. Cerca di comprendere da cosa vuoi sottrarti, cosa non ti appartiene. Se mentre sei distratto ti arrivano delle immagini spontanee (luoghi, modi di essere, intuizioni), scrivile: ti possono orientare verso una dimensione che ti è più congeniale.
– Distrazione volontaria
In psicoterapia si chiama “prescrizione del sintomo”. Se la distrazione cronica è una fuga silenziosa disseminata nei mesi, crea tu spazi personali in cui fuggire. Renderai inutile “l’evasione del cervello”.
fonte riza.it