
Partendo da questo dato, i ricercatori hanno esposto prima dei topi e poi delle cellule polmonari umane ad una proteina, chiamata Lps, che fa parte della parete cellulare dei batteri tipici della polvere che si trova nelle fattorie. Questa, stimola la proteina A20, anch’essa presente nelle cellule e che è coinvolta nelle comunicazioni tra i polmoni e il sistema immunitario e che, ad alti livelli, limita la risposta infiammatoria.
Il risultato è stato confermato su circa duemila bambini europei con una mutazione genetica che altera la A20, favorendo le allergie.
Secondo gli autori, quelli cresciuti in campagna avevano comunque l’effetto protettivo.
“I tassi di allergie sono in aumento, ma non sappiamo molto sui fattori che predispongono gli individui a questo problema. Il nostro studio ha suggerito un motivo per cui i ragazzi che crescono in campagna sviluppano meno allergie, e i risultati potrebbero essere usati per migliorare i trattamenti attuali”.