Ne parla il Professore Vincenzo De Giorgi primo autore dello studio. “In pratica ci siamo accorti che avevamo pazienti ‘long survivors’ con melanomi molto aggressivi e abbiamo notato che tutti avevano ipertensione e altre patologie per cui sono indicati i farmaci beta bloccanti. Per avere una conferma abbiamo iniziato ad usare questo farmaco su diversi pazienti una volta scoperto il tumore, e abbiamo visto che la progressione del melanoma si riduce dell’80% senza effetti collaterali”.
Lo studio, è stato condotto per tre anni su 53 pazienti, di cui 19 trattati con il propranololo, uno dei principali beta bloccanti. Il 41% dei pazienti non trattati aveva avuto una progressione della malattia, contro il 16% degli altri.
Prosegue il Professore “Ora inizieremo un esperimento in doppio cieco (dove i pazienti vengono divisi in due gruppi di cui uno prende il farmaco mentre l’altro prende una pastiglia senza il principio attivo. Né il paziente né il medico sono a conoscenza di chi assume il farmaco e chi l’effetto placebo. Ciò per escludere che le convinzioni del medico possano influenzare il paziente e le sue reazioni immunitarie autonome – ndr.) per avere un dato più forte ma questo studio è molto promettente al punto che altri gruppi stanno studiando il possibile effetto dei beta bloccanti su diversi tumori” per poi concludere “Sul meccanismo di questi farmaci ci sono due ipotesi: ”una è legata allo stress a cui sono sottoposti i pazienti, che provoca il rilascio di adrenalina che favorisce la comparsa dei tumori, e i cui recettori sono bloccati dal propanololo. Inoltre questa classe di farmaci va ad impedire la vascolarizzazione del tumore, una condizione necessaria per la crescita. Il risultato è che il tumore diventa una malattia cronica, per cui si e’ necessario utilizzare il betabloccante per un lungo periodo ma senza gli effetti negativi dei farmaci biologici”.