Roma, 5 giugno 2021 – Prostata e tumore. Un problema che affligge l’uomo per la malattia e per le conseguenze psicologiche e fisiche che possono derivarne. Mentre per la donna è normale il controllo ginecologico, altrettanto non lo è per l’uomo se non quando il problema è ormai in stato avanzato. E allora è importante rivolgersi all’urologo di fiducia, per conoscenza personale o tramite il famoso “passaparola”.
Per meglio capire la gravità o meno del problema, ne parliamo con il Professore Gabriele Antonini, urologo-andrologo insignito dell’attestato al Merito dell’Operosità Aristocrazia del Lavoro rilasciato dall’Unione della Legion d’Oro per le particolari benemerenze acquisite nel settore della “Chirurgia Andrologica e Implantologia Protesica”.
Le benemerenze, lo dimostrano il fatto che oltre ad essere il chirurgo italiano che vanta il maggior numero di interventi di implantologia protesica peniena, è chiamato ad operare e insegnare le sue tecniche operatorie, a Cuba e nell’America Latina.
“Sia negli uomini operati di prostata che affetti da disfunzione erettile organica, e quindi soggetti destinati a soffrire questo squilibrio psicologico che lentamente porta alla depressione, la scienza e la tecnica ha portato ad una soluzione del grave problema, molto semplice: implantologia protesica peniena. Si tratta di un intervento, come insegno nei seminari ai colleghi chirurghi urologi, mini invasivo definito ‘Minimally invasive penile prosthesis implant’. Proseguendo “La uso soprattutto nei pazienti operati per carcinoma della prostata e in quelli affetti da diabete e ‘induratio penis plastica’. Può essere non idraulica (malleabili), e idraulica (tricomponenti). La prima, scelta nei casi in cui esistano limitazioni alla manualità del paziente, è costituita da due cilindri inseriti nei canali dei corpi cavernosi, di consistenza costante che producono un’erezione di rigidità sufficiente all’atto sessuale ma comunque tale da permettere la flessione del pene. La seconda, invece, è costituita da due cilindri gonfiabili, un dispositivo di controllo interno allo scroto e un serbatoio di liquido posizionato vicino la vescica. Il tutto, costituisce un sistema a circuito chiuso. Il liquido viene trasferito ai due cilindri per ottenere l’erezione e, sempre a comando manuale, viene ritrasferito al serbatoio per ottenere la flaccidità.La protesi idraulica permette di ottenere un’erezione di consistenza e aspetto non distinguibile da un’erezione naturale con la stessa sensibilità di prima dell’intervento, e con la stessa capacità di eiaculazione e orgasmo, il tutto non notando nulla dall’esterno. Infatti, tutti gli elementi della protesi sono all’interno del corpo. L’innovazione sta tutta nella tecnica utilizzata per posizionare l’impianto: si effettua una incisione infrapubica alla base del pene di appena 2 centimetri per l’impianto delle protesi peniena idraulica. Il dolore post operatorio è quasi inesistente come il rischio di infezioni che è prossimo allo zero per cento”.
Professore, quindi per prevenire la perdita di “estensione del pene”, di quanto può ridursi e entro quanto tempo bisognerebbe fare l’intervento?
Diciamo che dopo un intervento importante come quello della asportazione della prostata, purtroppo vengono inevitabilmente sezionati alcuni vasi che portano il sangue ai corpi cavernosi. Ci sono delle strutture vascolari che devono essere continuamente irrorate quindi non entrando il sangue nei corpi cavernosi, le arterie del pene cominciano pian piano ad atrofizzarsi, diventando sempre meno elastiche per cui il pene non funziona e non va in erezione spontanea. Questa cosa determina una perdita di elasticità che con in tempo si manifesta con la perdita della lunghezza del pene. Dopo un intervento di mastectomia radicale, questo tende a perdere dai 04 agli 10 mm ogni anno, quindi circa 1 cm ogni anno
In un intervento chirurgico di prostatectomia radicale riuscito bene, dopo l’installazione della protesi peniena, si può verificare un inturgidimento del pene naturalmente?
Negli impianti di una protesi peniena effettuate seguendo delle regole tecniche precise, quindi impiantare solo la protesi e non andare a distruggere il tessuto cavernoso residuo della storia che rimane e che fa parte del pene anche se leggermente atrofizzare, è l’abilità del chirurgo riuscire a non danneggiare la parte residua. Aggiungere la protesi compenserà quello che manca dal punto di vista dell’erezione ma il residuo di tessuto cavernoso all’interno del pene permetterà di avere delle piccole sensazione di caldo ed avere uno stimolo sessuale.
Che tipo di liquido viene inserito nel circuito?
Nel circuito, viene immesso una normale soluzione fisiologica quindi cloruro di sodio sterile che può rimanere all’interno del circuito protesico del meccanismo idraulico anche per vent’anni.
È soggetto alle temperature esterne? Che variazioni può sopportare, senza problemi per il paziente?
Non è soggetto alle temperature esterne né corporea, come risulta ormai da più di quarant’anni di letteratura. Inoltre è stato perfezionato nel tempo e quindi non ci sono problemi.
Ipoteticamente, la fuoriuscita di liquido dal cilindro, comporta conseguenze?
La fuoriuscita del cilindro potrebbe succedere in alcuni casi in cui il tessuto del pene molto elastico. È ovvio che l’aumento di pressione del cilindro potrebbe perforare il glande ma è una evenienza molto, molto rara. Se viene gestita è controllata da una medico che ha un’esperienza comprovata di centinaia di impianti protesici, e soprattutto di gestione delle complicanze, non comporta particolari complicazioni.
Quale è la durata media dell’impianto? si possono verificare problemi con l’impianto? In questo caso, si sostituisce solamente la parte interessata?
La durata media di un impianto protesico, queste quello che dice la letteratura internazionale è di circa 15 anni. Ci sono pazienti che io ho visitato, la cui protesi era perfettamente funzionante anche dopo più di vent’anni, come ci sono dei pazienti che potrebbero avere dei problemi meccanici. Sono descritti in letteratura intorno al 2% dei cilindri o della pompa. È una cosa molto più frequente al livello della pompa di per se solo danneggiata, si potrebbe sostituire. Se il problema si verifica dopo i 15 anni, probabilmente è meglio sostituirla completamente.
Il Professor Gabriele Antonini opera presso le sottonotate strutture sanitarie:
– Quisisana
Via Gian Giacomo Porro 5, 00197-Roma
– Columbus Clinic Center
Via Michelangelo Buonarroti 48 – 20145 Milano
– Hospital “La Luz”
Calle del Maestro Ángel Llorca, 8 – 28003 Madrid
Recapiti
Studio medico telefono 06/64821375
Appuntamenti ed urgenze:
(+39) 3478138539
(+39) 3475716562
Grazie, Professore Antonini per l’intervista concessaci e per aver chiarito particolari che, purtroppo, non sono noti. Questo provoca nei pazienti un grave danno psicologico.
Tenuto conto della sua nota competenza e disponibilità, le sue spiegazioni, eventualmente seguite da un consulto diretto , possono prevenire/rimediare tante situazioni critiche nell’uomo che deve essere o è stato operato di prostata.