Tatuaggi: il 5% contrae infezioni

Gli effetti dell’inchiostro sono conosciuti solo a breve termine

Roma, 8 agosto – Secondo quanto riportato da una revisione di tutti gli studi sul tema del German Federal Institute for Risk Assessment di Berlino e pubblicata dalla rivista Lancet, una persona su 5 ha ormai almeno un tatuaggio. Negli ultimi anni c’è stato un aumento  esponenziale di questa pratica.

Finora, è stato accertato  che fino al 5% di chi si fa un tatuaggio, a breve termine  contrae un’infezione batterica o reazioni allergiche a qualche componente dell’inchiostro ma nessuno ha preso in esame quali potrebbero essere le conseguenze dell’avere l’inchiostro iniettato sotto la pelle, destinato nel 90% dei casi a dissolversi nel sangue e quindi a circolare per tutto l’organismo nei decenni successivi.

Secondo gli esperti, “La ragione principale è che gli inchiostri per tatuaggi sono classificati come cosmetici, e quindi non richiedono i test a lungo termine perchè in teoria sono utilizzati ‘sopra’ la pelle. In realtà invece si praticano delle microiniezioni, servirebbero quindi regole strette sulla composizione dell’inchiostro e studi che ne determinino le possibili tossicità”.

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