Roma, 21 gennaio – Prendiamo spunto da un articolo della “rosea” per cominciare a parlare di ciclismo, quello praticato su strada dagli atleti attuali. Qualche giorno fa abbiamo rievocato il profilo del Campionissimo Fausto Coppi nel 55° anniversario della sua morte, ciclismo eroico, ciclismo romantico. Grande passione la bicicletta, ma soprattutto grande connotazione nella nostra storia per quello che ha sempre rappresentato, in special modo nell’immediato dopoguerra, quando significò riscatto della nostra identità a livello internazionale.
Ecco quindi la “scusa” per accennare, lo faremo più approfonditamente nei mesi successivi, al prossimo scenario del Giro d’Italia, edizione n.98, che si presenta piuttosto intrigante.
Si partirà il 9 maggio da San Lorenzo al Mare, in Liguria, con una crono-squadre di circa 18 km che gia potrebbe dare un indirizzo alla corsa la quale, come tradizione, si articolerà in 21 tappe, con due giorni di riposo, per finire il 31 maggio a Milano.
Sette gli arrivi in salita con particolare accenno alla tappa di Madonna di Campiglio, località ulteriormente famosa per il “caso Pantani” del 1999 ed alla tappa del Sestriere al penultimo giorno di corsa, mentre attenzione alla cronometro della 14° tappa a Valdobbiadene, terra del Prosecco, particolarmente lunga, circa 60 km., per le abitudini del Giro.
Si è sempre discusso negli anni se fosse più difficile il Giro o il Tour. A nostro avviso il Giro presenta forse asperità più impegnative dal punto di vista altimetrico che vengono poi affrontate in un periodo dove ancora il clima può presentare delle problematiche. Di riflesso il Tour è più lineare ed al contrario del Giro ha dalla sua un clima più caldo, se pensiamo ai Pirenei che spesso vengono affrontati a circa 40° nel pieno del mese di luglio.
Quest’anno, per arrivare ai protagonisti, viene annunciato il duello tra Fabio Aru ed Alberto Contador, con l’eventuale sorpresa di Vincenzo Nibali, che sta riflettendo sulla sua possibile partecipazione, al momento decisamente orientata verso il Tour.
Come poi è tradizione non possiamo escludere eventuali sorprese, ma di queste come di altri approfondimenti ne parleremo diffusamente più avanti.
Per adesso cominciamo a prepararci a vivere con le prossime classiche di primavera della magia di uno sport popolare e spettacolare, senza gli isterismi e le esagerazioni del dio calcio.