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SOS sport italiano – Anche Calcio e Basket in crisi. Tutto da rifare
Roma, 15 settembre 2017 – Clamoroso (ma non inatteso), tonfo dello sport italiano.
Le formazioni di punta del calcio dello Stivale si sono, infatti, sbriciolate al primo impatto significativo nelle dispute europee di Coppa dei Campioni (bene Lazio, Milan ed Atalanta nella più modesta Europa League); mentre la Nazionale di Basket, entrata nei Quarti del torneo continentale in virtù di fortuite coincidenze, al primo scontro con un avversario di qualità, la Serbia, si è sciolta come neve al sole con un differenziale di 16 punti.
Nelle cadute di Juventus (0-3 con il Barcellona); Roma (0-0 con l’Atletico Madrid all’Olimpico);Napoli (1-2 con il Donets in Ukraina)non c’è nulla da recriminare, ma solo constatare quanto gli avversari siano apparsi superiori, in particolare gli spagnoli.
Così come nel flop dell’Italbasket (dopo 2 sconfitte contro Grecia e Germania) non serve tirare in ballo l’infortunio di Gallinari o prendersela con quell’ottimo coach che è Messina.Siamo scarsi e basta
Il problema, i problemi di calcio e basket, riflettono i problemi di tutto lo sport italiano. Sono i problemi che investono la qualità tecnica degli atleti, salvo quelli degli sport di nicchia.
In pochissimi giorni abbiamo visto il meglio del calcio italiano affrontare quello spagnolo a livello di Nazionale e di club. Un confronto impietoso confermante un divario tecnico e tattico fra le due scuole veramente abissale. Ci hanno preso a pedate nel sedere ridicolizzandoci.
La Spagna da anni è al vertice, da quando ha capito che l’attualità del calcio è il progresso della tecnica individuale e del palleggio, tali da tenere in scacco l’avversario fino a neutralizzarne la difesa. Mentre in Spagna si affinavano questi sviluppi tecnici e tattici che, a partire da Barcellona, sono approdati dappertutto a cominciare dai settori giovanili, in Italia ci si cullava sugli allori! Ora in Spagna tutte le squadre giocano come il Barcellona, perfino il Real Madrid. Il modello tecnico-tattico del calciatore è unico ed i tecnici delle Nazionali devono soltanto scegliere il meglio per allestire squadre che parlano una sola lingua calcistica quella del palleggio e del controllo del pallone in spazi ravvicinati (una sorta di maxi “torello”).
In Italia questo sviluppo è stato tradotto in quel noioso “possesso palla” lungo linee orizzontali od arretrate che fa addormentare giocatori e pubblico, in attesa che il “Bonucci della situazione”, spari il lancio speranzoso e fatale.
Il Milan giovane di Montella sembrava, per esempio, ben indirizzato verso il modello iberico, ma l’acquisto miliardario ed inopportuno di Leonardo Bonucci, ha mandato tutto il progetto a gambe all’aria. Come attualita.it ebbe a notare a suo tempo, liberarsi a suon di palate di denaro del difensore viterbese, è stato il più grande affare della storia della Juve anche se rimane ancora lunga la strada per costruire una difesa moderna ed attrezzata tecnicamente che non può partire dall’innesto di un elemento come De Sciglio ormai fuori ruolo.
Quanto alla Roma, se avesse perso contro l’Atletico di Madrid per 3-0 non avrebbe avuto nulla da recriminare. Invece De Francesco è riuscito , con la collaborazione del portiere Allisson e con qualche cambio sorprendente ma alla fine azzeccato, a portare a casa un risultato utile per una squadra che priva di Salah, appare offensivamente spuntata. Per la Roma un solo tiro in porta da 30 metri di Nainggolan. È stato davvero uno spettacolo umiliante per chi era allo stadio, come il tifoso D’Alema, vedere che la Roma non immetteva altre punte per tentare la vittoria in casa, ma inseriva difensori..
Poi , a bocce ferme, si è capito che la difesa del pareggio da parte del tecnico era l’unica realistica maniera per frenare chi valeva il doppio.
Quanto al Basket, che cosa si può inventare un tecnico quando in attacco la maggior parte dei giocatori sbaglia i tiri liberi?
Abbiamo sempre ritenuto che il tiro libero sia l’ABC del cestista. E così è infatti per i serbi che i loro liberi si infilano nel canestro senza neanche toccare il ferro. Ma non per gli italiani, Bellinelli compreso. Da quello che abbiamo visto in questi Eurobasket se Messina dovesse selezionare i suoi giocatori facendo loro svolgere test ai tiri liberi, probabilmente rinuncerebbe all’incarico.
Nei calciatori (e cestisti) italiani fanno spesso difetto anche i fondamentali. A troppi giocatori di Serie A i mancano i fondamentali. Il gioco con due piedi, il tocco breve per il fraseggio. L’arresto al volo e misurato del pallone in volo. Il possesso palla avviene con passaggi laterali di 30 metri che permettono all’avversario di ricoprirsi. La manovra offensiva è tutta tesa solo a tentare di smarcare un uomo sulle fasce laterali per operare un cross. Gli uno-due verticali sono un repertorio soltanto di Insigne ed Hamsik, oppure se di mezzo c’è Dybala. Per ridurre questo deficit occorre un lavoro immenso. Nel frattempo è importante che dall’alto arrivino i buoni esempi magari cercandoli altrove; non fenomeni ma esperti. Quello che fa Sarri a Napoli è ancora troppo poco e velleitario perché ha sempre a che fare con giocatori nella massima parte con il piede duro, come Allan.
L’unica squadra italiana che sta assimilando bene la lezione spagnola è la Lazio di Simone Inzaghi che con una prestazione corale eccellente nella nottata si è imposta sui quotati olandesi del Vitesse Arnhem per 3-2 nel primo turno di Europa League. Anche Milan ed Atalanta hanno avuto ragione di Austria Vienna (5-1) ed Everton (3-0) dimostratesi compagini di scarsa consistenza.
Calcio e Basket sono la punta dell’iceberg malato che è lo sport italiano. L’Italia olimpica dalle grandi tradizioni si è parzialmente salvata negli ultimi Giochi di Rio grazie alle 11 medaglie (su 28 complessive) portate da Scherma e Tiro volo. Discipline non certo universali, praticate da pochi paesi e non rappresentative del valore sportivo di una Nazione
Invece, l’atletica Leggera (lo sport di base per eccellenza), ci ha visti latitanti sia nel medagliere che nelle finali rappresentative.
Anche sport come il Rugby in ascesa si sono fermati. Hanno bisogno di una scossa.
L’Inghilterra fino a ad un decennio fa viveva un situazione di grosso disagio sportivo pur continuando ad essere la sua prima sostenitrice. Ma aveva perso la spinta. I Giochi di Londra 2012 l’hanno rilanciata terza dietro ad USA e Cina nei Giochi 2012. Addirittura seconda , dopo Usa e prima di Cina a Rio la scorsa estate. L’orgoglio ritrovato non sembra estraneo alla stessa Brexit!