Roma, 30 settembre 2018 – L’Europa di Molinari batte Stati Uniti 14 e mezzo a 9. È successo oggi, al termine di 3 lunghi giorni di competizione a Parigi dove era in palio la Ryder Cup. Un trofeo che data 1927 e vive sulla sfida fra i dodici migliori giocatori degli Stati Uniti da una parte e dell’Europa dall’altra. A proposito stiamo parlando di Golf.
Qualcuno in Italia, ritiene che il golf sia uno sport di nicchia per privilegiati ricconi.
Anzi, molti pensano che al mondo si pratichi solo il calcio. Niente affatto, la FIFA, la Federazione mondiale del calcio, in un suo studio del 2007, stima in 265 milioni i praticanti del calcio e in 36 milioni i tesserati. I conteggi relativi al golf parlano di ben 70 milioni di praticanti di cui 30 milioni in Usa. Costoro movimentano 70 miliardi di Euro all’anno.
Ma la notizia non è questa. Non è nemmeno che la Ryder Cup ha un ascolto televisivo mondiale di 750 milioni persone.
È che a guidare l’attesissima conquista del Trofeo biennale è stato un italiano. Tale Francesco Molinari che molto di recente era stato da taluno preso a menzione per il suo ruolo di portacolori dello sport nazionale italiano, mal messo negli sport assai popolari, come il calcio, ma protagonista laddove si praticano discipline sportive che raramente appaiono sui media nazionali quando non vincono a livello mondiale. Francesco Molinari, torinese di 36 anni, era assurto alle cronache di ‘wwv.attualità.it’, per il suo successo (primo nella storia italiana), negli Open Championship, il Campionato del Mondo di fatto di questo sport.
Nella squadra europea, capitanata dal DT danese Thomas Bjorn, figuravano i 12 campioni più celebrati e ricchi del continente – inglesi, svedesi, spagnoli, irlandesi, danesi e, questa volta, anche un italiano – la terza nella storia dopo Eduardo Molinari (fratello) e Costantino Rocca – appunto Francesco Molinari chiamato a Parigi a furor di popolo oltre che per titoli ottenuti.
Per superare la formazione avversaria occorreva raggiungere, nei 3 lunghi giorni di gare, almeno 14 punti e mezzo. Dove ogni punto è rappresentato da una vittoria cioè dall’eliminazione dell’avversario nelle sfide previste. Francesco Molinari ha vinto tutte le serie a cui ha preso parte giocando ininterrottamente dalla mattina alla sera per tre giorni. Non è mai stato sostituito da un altro dei 12 giocatori della formazione ed ha accumulato più di un terzo dei punti necessari.
Fra gli avversari ha sconfitto duramente due delle stelle del firmamento mondiale più celebrate – Tiger Woods (il golfista più pagato al mondo,80 milioni di euro) e Phil Mickelson. Insomma Molinari ha conquistato 5 punti, gli altri 11 europei hanno portato le briciole.
Quando il torinese ha imbucato l’ultima decisiva palla, quella che ha permesso di raggiungere gli agognati 14 punti e mezzo occorrenti per la vittoria prima del limite, a Parigi è successo il finimondo fra le migliaia di appassionati presenti e fra tutti i giocatori europei.
Tutti attorno a Re Francesco, un italiano che aveva saputo guidare alla vittoria tutto il resto dell’Europa. Una dimostrazione plateale che l’Europa e gli Europei esistono davvero.
Si giubilava non per il denaro che Molinari aveva procacciato al gruppo, ma per spirito nazional-europeista, poiché il trofeo di golf Ryder Cup è l’unico evento mondiale che non prevede premi in denaro, ma solo la soddisfazione sportiva di essere stato migliore.
Un modello che indica qualcosa a chi vuol veramente capire ed andare avanti.