Ju Jitsu, l’arte flessibile

Alla scoperta di una delle nobili arti marziali giapponesi.

Il Ju Jitsu è un’arte marziale giapponese il cui nome può essere tradotto come “arte flessibile”.

È un’arte che possono praticare tutti dai più piccoli ai più grandi. Praticando il Ju Jitsu si acquista autocontrollo, disciplina e ci si diverte attraverso il gioco, l’allenamento fisico e mentale che aiuta nella concentrazione e nella coordinazione motoria necessaria per una crescita sana del proprio corpo.

Il principio più importante del Ju Jitsu è “il morbido vince il duro” questo significa che non è necessario essere molto forti per praticarlo, anzi in realtà si sfrutta la forza dell’avversario a proprio favore e, proprio per questo, è adatto a tutte le fasce di età e di sesso.

L’allievo che pratica Ju Jitsu oltre a formare un corpo sano, forma anche una mente sana.

Difatti il maestro oltre ad insegnare le tecniche e la disciplina marziale, trasmette lo spirito di amicizia nel gruppo. Durante l’allenamento gli allievi con maggiore esperienza e disciplinati, quelli che in giapponese vengono chiamati“senpai”, aiutano il maestro nell’insegnamento delle tecniche agli allievi con meno esperienza o che hanno cominciato la pratica da pochi mesi, questo per un allievo deve essere motivo di orgoglio perché vuol dire che sta crescendo anche lui.

Il maestro che in giapponese viene chiamato “sensei”,  non è solo colui che insegna, ma è anche colui che apprende dall’allievo stesso.

Il Ju Jitsu non è violenza anzi, questa arte marziale, viene spesso applicata e usata come difesa personale proprio perché l’intento del Ju Jitsu non è insegnare la violenza, ma gestire la forza dell’avversario a proprio favore e acquisire maggiore sicurezza in se stessi e nelle proprie potenzialità fisiche e mentali.

Inoltre acquisendo una disciplina marziale e una maggiore sicurezza in se stessi,  viene arginato anche il problema del bullismo nelle scuole e della violenza in generale anzi, il praticante di arti marziali, acquisisce la calma e la freddezza per gestire le situazioni di possibile pericolo, usando non la violenza, ma l’intelligenza.

Exit mobile version