È morto il leggendario pugile Muhammad Ali

Era affetto del morbo di Parkinson
Roma, 4 giugno – Nel corso della notte, è morto nell’ospedale di  Phoenix, Arizona,
dove si trovava ricoverato da due giorni fa per problemi respiratori Muhammad Alì, il leggendario pugile statunitense.
Nato Classius Clay  nel 1942 a Louisville, in Kentucky, all’età di 12 anni, dopo aver subito il  furto della propria bicicletta, inveì contro il ladro promettendogli “una bella strapazzata”. Lì c’era Joe E. Martin, un poliziotto di Louisville il quale gli consigliò, prima di minacciare, di imparare a boxare, accompagnandolo  alla palestra Columbia, dove mise in mostra le sue doti di boxer.
Nel 1960 vinse l’oro olimpico ai giochi di Roma nella categoria dei mediomassimi, diventando poi professionista.
Nel 1964, strappo il titolo di campione del mondo dei massimi a Sonny Liston, costringendolo all’abbandono alla settima ripresa e stupendo così tutto il mondo sportivo. In particolare, colpì la sua mobilità ed il modo come istigava l’avversario. Ballava sul ring. “Vola come una farfalla, pungi come un’ape” gli ricordava il suo secondo Drew Bundini Brown.
Il giorno successivo, Clay si convertì alla fede islamica, assumendo legalmente il nome di Muhammad Ali.
Rifiutò di andare a combattere nella guerra del Vietnam, asserendo di non aver motivo personale per farlo. Ciò gli costò il ritiro della licenza e la perdita del titolo, che aveva difeso  per ben otto volte.
Ritiratosi definitivamente dall’attività agonistica nel 1981, nel 1984 gli fu diagnosticato il morbo di Parkinson, e commosse il mondo apparendo come ultimo tedoforo alle Olimpiadi di Atlantadel 1996.
Dopo il suo ritiro dal mondo sportivo Ali si era distinto per le sue azioni umanitarie.
L’ultima apparizione di Muhammad Alì in pubblico è stata il 9 aprile scorso, in occasione di una serata di raccolta fondi contro il Parkinson, a cui erano presenti i suoi grandi avversari George Foreman e Larry Holmes.
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