Roma, 26 luglio 2021 – Alle Olimpiadi di Tokyo 2020, l’Italia è nona con 1 oro, 4 argenti e 4 bronzi.
Alle Olimpiadi è stata la grande giornata del nuoto italiano. Non tanto per le due importanti medaglie intascate dagli azzurri in apertura della terza giornata di gare.
È la consistenza e qualità delle stesse. In particolare la 4×100 stile libero maschile , da sempre considerato il punto di massima espressione dell’attività natatoria.
Proprio come la 4×110 m. dell’atletica leggera.
L’ARGENTO VELOCE DEL NUOTO
Il valore di un paese natatorio si misura sulla sua staffetta più veloce.
Infatti nella finale di stamane a Tokio era presente tutto il meglio del pianeta alla luce anche dell’incidenza del numero di abitanti.
Dalla prima corsia: Canada, Brasile, Australia, Italia, Usa, Francia, Ungheria e Russia.
Naturalmente nelle corsie centrali le migliori delle semifinali Italia (con record nazionale) e Stati Uniti (stellari).
Per andare velocissimi nel nuoto, occorre disporre non soltanto di buono stile, ma anche di fisico adeguato.
L’Italia presenta tutte le carte in regola in questo senso.
La sua “meglio gioventù” propone dai 2,02 m. di Alessandro Miressi, primatista italiano , in prima frazione, all’1,90 m. di Manuel Frigo in ultima. Statura media 1,95. Età media 22 anni.
La figura più interessante è quella del ventenne Thomas Ceccon (1,96 m. per 80 Kg) Il vicentino di Thiene, poco prima di presentarsi al via della staffetta, ha partecipato alla semifinale dei 100 m. dorso .
Ha centrato anche questa finale con il secondo miglior crono dopo il russo Klimenko.
Tutti e 4 gli azzurri hanno fermato il crono sotto i 48 secondi. Miressi detiene il record italiano con 47″53 . Solo gli Usa possono fare meglio.
In gara è proprio così.
AI 50 metri, gli Usa virano per primi, seguiti da Francia e Russia. Miressi è terzo. Ai 100 m. vira quarto.
Questione di inezie.
Alla partenza della seconda frazione, Ceccon si mette in scia; controlla nella prima vasca Francia e Russia; vira a 39 centesimi dalla Russia.
Anche Zazzeri avvicina gli Usa, ma non abbastanza per insidiare, nelle ultime vasche di Manuel Frigo, il team statunitense.
Un argento storico veramente assai dorato per gli azzurri ai Giochi Olimpici.
Non è finita qui per il nuoto azzurro che si prende una insperata soddisfazione con il ranista Nicolò Martinenghi nei 100 m. rana.
Il 21enne nuotatore varesino, compie il capolavoro della sua giovane carriera. Controlla la situazione alle spalle del britannico Peaty che vira sempre in testa, tallonato dall’olandese Kamanga e dal bielorusso Shymanovich.
Nella rana si nuota a testa alta con ottima visione di ciò che accade davanti. Ai 70 metri Nicolò si accorge che il bielorusso non è reattivo e parte in tromba con ogni energia rimasta in corpo. Con le due ultime bracciate, lo infila ed è bronzo.
“Nulla di imprevisto – sentenzia a fine gara in tv. Sono anni che mi alleno a sprintare negli ultimi 15 metri. Questa medaglia è il risultato meritato!”
Le avventure più impegnative ed ardue alle Olimpiadi sono rappresentare dal ripetersi dopo 4 anni, 5 nel caso delle ultimi Giochi.
LOTTA ALL’ULTIMO TIRO
È il caso di Diana “Cacciatrice” Bacosi, 38 enne “mamma” olimpica, campionessa uscente a Rio nella specialità Skeet del Tiro al volo.
L’oro di Rio lo ha difeso giungendo in testa agli ultimi tiri assieme alla cinese Wey ed alla Cow Boy Amber English.
La cinese si è arresa ad un certo punto lasciando in testa appaiate le altre due. Agli ultimi 4 tiri situazione ancora in parità. Ma l’azzurra sbaglia un piattello.
Cinque errori su 60 tiri per l’azzurra. 4 per l’americana che inesorabilmente conquista l’oro lasciando l’argento alla Diana italiana.
LE FARFALLE ITALIANE
BOXE FEMMINILE
Si ispira all’impresa di Diana Cacciatrice anche una delle tre ragazze che a Tokio rappresentano la boxe italiana. Grande assente dai giochi a livello maschile. Cosa mai accaduta prima in 110 anni.
Si tratta di Irma Testa, scugnizza di Torre Annunziata che ha trovato all’età 10 anni nella boxe la sua strada positiva nella vita approdando alla scuola di Lucio Zurlo.
È stata la vera prima donna pugile in Italia, tanto da meritarsi il documentario Butterfly.
Ci ha creduto ed a 14 anni ha lasciato casa per vivere ad Assisi al centro pugilistico federale. Nel 2016 è stata a Rio la prima pugile italiana nella storia della boxe.
Il suo esordio a Tokio non è stato semplice. Se l’è vista, per accedere ai quarti con la Walsh, esponente della scuola irlandese che non è l’ultima arrivata.
La scugnizza napoletana, come Patrizio Oliva, conosce bene l’arte pugilistica tanto da meritarsi il nomignolo di butterfly, farfalla.
Su ring danza infatti attorno all’avversario per pungerlo con i suoi jab sempre portati in sequenza con altri colpi.
Irma Testa ha conquistato il giudizio della giuria portando a casa una vittoria 5-0 dopo tre riprese vinte tutte, Irma la farfalla, è ormai a un solo passo dalla conquista di una medaglia.
NUOTO TUTTI CON FEDERICA
Un altra fanciulla cui è andata bene è ancora una nuotatrice, la più grande della storia dello sport italiano. Federica Pellegrini. Per lei quinte Olimpiadi.
È lecito non attendersi nulla da parte di Federica a parte il suo impegno ed il suo sorriso.
Ed è questo che lei ha mostrato subito dopo le batterie dei 200 stile libero, dove è oro olimpico e mondiale. Ha chiuso quinta con il tempo di 1’57″33 che gli consente di entrare nella semifinale di domani.
È già un fantastico risultato ammirarla in acqua per i suoi ultimi Giochi. Chissà poi cosa potrà ancora togliere dal suo cilindro ?
Comunque il nuoto italiano viaggia come un treno conquistando posizioni su posizioni.
Al maschile, l’azzurro Carini si è qualificato nei 200 delfino con il tempo di 1.55.33 .
GINNASTICA ARTISTICA
Sicuramente pesca bene l’Italia della ginnastica artistica. Vanessa Ferrari, addirittura nelle qualificazioni ha superato la grande USA Simone Biles nel corpo libero.
Altre due ragazze, Alice D’Amato e Martina Maggio, accedono alla fase finale con l’intera squadra nella finale ad otto.
TENNIS
Nel tennis oltre alla Giorgi nel singolare femminile, anche Fognini avanza mentre si è fermato Sonego, assieme all’Italvolley sconfitto 3-0 dalla Polonia.
Un autentico fallimento. Inspiegabile considerato il livello accertato alto del volley italiano.
La giornata olimpica azzurra, però, si conclude con una quarta medaglia che porta a nove il bottino totale al termine del terzo giorno.
SCHERMA – SPADA
Per Garozzo, Ko medico.
L’argento arriva ancora dalla spada. Dal fioretto maschile che ha visto in finale il campione olimpico di Rio, Daniele Garozzo, opposto al cinese di Hong Kong, K.L.Cheling.
Parte fortissimo il catanese che ha scelto come vita e palestra di scherma la Golden Team di Frascati. Subito in vantaggio per 4 stoccate ad una.
Quì, però accade il guaio che sconvolge la situazione. Garozzo che aveva terminato il torneo olimpico con gravi problemi ad una gamba, è ‘ obbligato a richiedere l’intervento del fisioterapista alla coscia destra.
Riprende, ma palesemente in difficoltà. Tant’è che il cinese realizza 5 punti consecutivi e si porta in vantaggio. Il siciliano stringe i denti. Si riporta sotto, ma Cheling comunque arriva a condurre per 10-5.
Daniele non si arrende e getta negli assalti che si susseguono tutto quello che gli è rimasto a disposizione . Riesce a rimontare ancora 10-9.
Quindi, appare evidente lo stato di inferiorità fisica ed il match termina 15-11 nel tripudio degli astanti dagli occhi a mandorla.
L’Italia festeggia la medaglia d’argento che la mantiene sempre in alto:
1 oro 4 argenti e 4 bronzi. Totale 9 medaglie in 3 giorni, mediamente tre medaglie al giorno.
Continuando di questo passo, potrebbero essere in totale 42 all’8 agosto…
Meglio delle più rosee previsioni.