Sport

Olimpiadi, Olimpiadi…

Considerazioni finali sul più grande avvenimento sportivo del pianeta.

Roma, 14 agosto 2024

 

Considerazioni a margine, a bocce ferme, sulle XXXIII° Olimpiadi di Parigi appena concluse domenica scorsa.

Innanzi tutto grande sospiro di sollievo per come si sono svolte le gare durante i diciassette giorni, dal 25 luglio a tutto il 11 agosto, di competizioni.

Un eccellente servizio di security ha anestetizzato tutte le angosce che ci portavamo, derivanti dai conflitti ucraino e medio-orientali; non era così scontato.

Parigi ha dato al mondo l’immagine di un popolo appassionato, competente, affollando i campi di gara con entusiasmo al di là dell’ovvio tifo verso i propri atleti.

Possiamo sorvolare su alcuni aspetti pacchiani relativi alle due cerimonie, in special modo quella d’apertura, ma per i francesi far vedere aspetti della loro presunta grandeur era un’occasione molto ghiotta.

Scontato il duello tra le superpotenze Usa e Cina, ai primi due posti nel medagliere, il bottino azzurro ci dice di 40 medaglie complessive con una menzione particolare alle 25 quarte posizioni quasi tutte maturate a scapito almeno della medaglia di bronzo.

Alla vigilia le quaranta medaglie erano abbondantemente pronosticate e come spesso succede ci sono state delusioni però compensate da protagonisti e discipline non preventivate.

E’ il caso della ginnastica con le ragazze della ritmica e la grande sorpresa dell’oro di Alice D’Amato alla trave, compensative di due delusioni cocenti nell’atletica come Fabbri nel lancio del peso e “Gimbo” Tamberi, per motivi di salute, nel salto in alto.

Compensativi gli ori della coppia Bacosi-Rossetti nel tiro, del doppio femminile di tennis, della surfista Maggetti, rispetto a qualche scivolone nella scherma, per non parlare dell’autentico flop nel pugilato.

Buona la tenuta del nuoto con i due ori prestigiosi di Martinenghi e Ceccon e l’inossidabile Paltrinieri protagonista, come tutti gli altri, della follia organizzativa della 10 km sulla Senna.

Menzione d’obbligo per l’agognato oro della pallavolo femminile e per la coppia Tita-Banti, in conferma nella vela dopo il trionfo di Tokyo.

Assolute sorprese dalla canoa/kayak di De Gennaro, dal judo con Bellandi e dal ciclismo su pista con Consonni e Guazzini.

Anche alcune medaglie d’argento, come del resto di bronzo, sono state prestigiose ed il mio personale asterisco, per motivi di spazio, va alle prove di Ganna e Battocletti.  

Ganna, grande professionista, non tradisce mai le aspettative battuto nella crono d’apertura di ciclismo solo da un grande Evenepoel, ma l’acuto più significativo è stato quello di Nadia Battocletti.

Nadia, trentina ventiquattrenne figlia d’arte, ha ceduto per soli 10 centesimi di secondo l’oro, sui 10000 metri d’atletica, alla keniana Chebet sbaragliando il campo rispetto ad altre atlete africane più accreditate.

Nadia è allenata dal padre Giuliano, ex atleta del mezzofondo, e, non volendo essere irriverente, mi viene in mente un paragone con il deludente Filippo Tortu, anch’esso allenato dal papà, ma che ha profondamente bucato la manifestazione.     

Tornando ad un aspetto più generale lo sport italiano ha dato una risposta positiva con le medaglie, ma sottolineo anche con i quarti posti, conseguite in discipline tra le più variegate.

La solita, incredibile, incoerenza del nostro movimento in barba a difficoltà logistiche e a penuria e vetustà d’impianti.

Come al solito il traino viene dai gruppi sportivi militari che consentono agli atleti di dedicarsi anima e corpo alle proprie attività.

In questo senso fa da contrasto la vicenda di Diego Pettorossi, 200 metri piani in atletica leggera, unico atleta non professionista.

Pettorossi lavora come informatico negli Usa e ha consumato le proprie ferie, oltre ad un’aspettativa non retribuita, per poter partecipare sia agli europei dello scorso giugno che adesso alle Olimpiadi.

Un esempio unico di atleta a tempo libero che andrebbe pubblicizzato, reso maggiormente noto, per far capire ai giovani i veri valori educativi dello sport.

Un esempio ed un messaggio che negli esasperati tempi dell’overdose da social avrebbe senz’altro fatto piacere al barone De Coubertain… 

 

FOTO: Pallavolo femminile – Gazzetta dello Sport.

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