Racconti di sport. Allegri con … Allegri!

La Juve vince lo scudetto grazie ad una rimonta strepitosa che porta soprattutto la firma del suo allenatore, all’inizio da molti denigrato.

Roma, 26 aprile – Il quinto scudetto consecutivo bianconero arriva dalla televisione. La Juve, riunita nel centro sportivo di Vinovo per vedere in diretta Roma-Napoli, assiste alla sconfitta degli azzurri e fa festa.

Per i bianconeri si tratta di un trionfo eccezionale, visto che il 28 ottobre, alla decima giornata, dopo la sconfitta sul campo del Sassuolo erano distanti 11 punti dalla Roma capolista e occupavano il dodicesimo posto in classifica. Quel giorno in molti pensarono (e scrissero) addirittura che Allegri rischiava la panchina, che la stagione bianconera era da buttare e che ci si avviava verso un campionato di transizione. E che la perdita di tre pedine fondamentali per i successi del recente passato come Vidal, Tevez e Pirlo era impossibile da colmare, che i 40 milioni di euro spesi per Dybala erano stati troppi e buttati, che Mandzukic e Morata non valevano la loro fama e così via.

Poi Buffon scosse il gruppo, dicendo che “a 38 anni non aveva nessuna intenzione di fare figure di merda e che i giovani dovevano capire lo spirito del club che i vecchi cercavano di trasmettere loro” e nella gara successiva la Juve sconfisse il Torino all’ultimo minuto con un gol di Cuadrado.

Quella rete dette il via alla “rimontona”, portata a compimento grazie ad uno score incredibile di 24 vittorie in 25 partite (l’altra è stata lo 0-0 di Bologna) che ha spinto i bianconeri a scavalcare Roma e Napoli e a vincere il loro quinto scudetto consecutivo a tre giornate dalla fine. Un’impresa che ha consentito alla Juve del 2016 di eguagliare l’impresa di quella del 1930-35 (la prima squadra italiana capace di vincere cinque titoli di seguito) e del Grande Torino, unica formazione riuscita a vincere lo scudetto dopo aver perso le prime due partite di campionato.

Tutto per merito della tempra di irriducibili come Buffon, Barzagli e Bonucci e di un talento vero come Dybala, autore di magie da sottolineare.

Ma soprattutto di mister Allegri, che nell’estate del 2015 prese l’eredità di Conte tra lo scetticismo generale salvo, poi, vincere due scudetti di seguito inframezzati dalla finale di Champions League persa contro i “mostri” del Barcellona.

Per questo crediamo che il successo di oggi, nato, ripetiamo, dalle cessioni di uomini importanti come Tevez, Pirlo e Vidal e dalla rifondazione con gente più fresca, ma della stessa classe, porti soprattutto la sua firma. Allegri con … Allegri!

E la storia è destinata a continuare, a cominciare dalla finale di Coppa Italia con il Milan del 21 maggio. Perché la Juve, soprattutto questa Juve, non molla mai niente.

Come è giusto che sia. 

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