Roma, 19 marzo 2020. C’era una volta la Milano-Sanremo, rigorosamente il 19 marzo giorno della festa del papà. La più importante delle nostre corse ciclistiche, la classica che sanciva l’inizio della primavera e di conseguenza l’apertura della grande stagione del ciclismo, si disputava in un giorno festivo poi abolito dopo il 1977.
Nel moderno calendario è stata spostata al primo sabato utile, che a volte ha coinciso con la ricorrenza di San Giuseppe, ma quest’anno, per l’emergenza sanitaria in corso, è saltata e probabilmente verrà disputata in settembre.
Ci manca la tradizione dell’avvenimento, come del resto tutti gli eventi sportivi e non, che rappresenta il fermento, la vita, l’emozione, della gara.
La Milano-Sanremo, nata nel 1907, è la corsa in linea più vinta dagli italiani ma il record dei successi, manco a dirlo, spetta al leggendario Eddy Merckx con 7 vittorie.
Due sono i ricordi del sottoscritto che più mi legano alla Classicissima di primavera. Il primo, proprio 50 anni fa, è la vittoria di Michele Dancelli, bresciano, che transita primo sul traguardo di Via Roma dopo un’astinenza italica di ben 17 anni. Dancelli era un ottimo corridore, poco incline alla tattica, che partì a 200 km. dall’arrivo insieme ad altri atleti come Zilioli, Bitossi, Van Looy per poi scattare nuovamente a 70 km. per arrivare solo, a braccia alzate, in lacrime, al traguardo.
Il secondo ricordo è legato al marzo del 1974 quando trionfò Felice Gimondi, con la maglia di Campione del Mondo, col distacco più alto conseguito dai tempi di Fausto Coppi.
Mi trovavo in treno con mio padre, lunedì 18 marzo, di ritorno da Milano durante lo svolgimento della corsa, reduce il giorno prima da una terrificante trasferta della Lazio a S.Siro dove perse per 3-1 contro l’Inter. Ero molto triste per lo sbandamento dei biancocelesti che stavano lottando per poter vincere il loro primo scudetto, ma mi consolai durante il viaggio di ritorno ascoltando la radiocronaca di Claudio Ferretti che scandiva l’impresa di Gimondi, anche lui a braccia alzate all’arrivo in Via Roma a Sanremo.
Ci manca molto il mito della Classicissima che speriamo poter riassaporare presto insieme ad altri avvenimenti sportivi e non; vorrebbe dire il ritorno alla normalità, alla vita che desideriamo.