Racconti di sport

Bernd Trautmann, il portiere di ferro

Il leggendario portiere tedesco del Manchester City protagonista del film “The Keeper”.

Roma, 7 giugno 2021 – In questi giorni, sui canali di Sky Cinema, sta girando un film meraviglioso, che vi consigliamo di vedere: “The Keeper – La leggenda di un portiere”.

In esso viene raccontata la vicenda umana e sportiva di Bernd Trautmann, mitico portiere del Manchester City dal 1949 al 1964 che venne soprannominato “l’uomo di ferro”.

Un nomignolo dovuto al coraggio che dimostrò nella finale della Coppa d’Inghilterra del 1956 contro il Birmingham, della quale giocò gli ultimi 17 minuti con il collo rotto.

“Mi hanno chiamato eroe, ma se avessi saputo che me lo ero rotto non sarei certo rimasto in campo” ha sempre detto in seguito, con molta onestà, lo stesso Trautmann.

In uno scontro di gioco con l’attaccante avversario Murphy, infatti, era stato violentemente colpito alla testa da quest’ultimo e l’impatto gli aveva provocato la rottura della seconda vertebra cervicale.

Ma poiché anche quella sotto si era spostata era stata quest’ultima a tenerla al suo posto e ad evitare la morte di Trautmann o la sua paralisi.

E in quei 17, interminabili, minuti finali del match Trautmann giocò tenendosi spesso il collo con una mano.

E riuscì anche a compiere tre parate con le quali mantenne il punteggio sul 3-1 a favore del Manchester City, che così vinse l’ambita Coppa d’Inghilterra.

Ma nel momento della premiazione Trautmann svenne e nei giorni successivi ci si accorse del problema, che sul momento sembrava molto meno grave.

Dopo alcuni mesi lontano dai campi, tornò tra i pali del City, con cui giocò poi fino al 1964, quando disputò la sua partita d’addio contro una selezione della nazionale inglese.

Con il City aveva giocato 545 partite e i tifosi, alla fine del match, smontarono i pali della porta perché nessun altro portiere avrebbe dovuto e potuto difenderli così bene come aveva fatto lui.

E pensare che quando il Manchester City lo aveva ingaggiato nel 1949 erano scesi in 20.000 a protestare per strada contro il suo arrivo.

Bernd Trautmann, infatti, era tedesco e durante la seconda guerra mondiale aveva combattuto per quattro anni, prima di essere fatto prigioniero sul fronte occidentale e spedito in un campo di prigionia ad Ashton, vicino Manchester.

Qui aveva scoperto le sue doti di portiere, grazie alle quali era finito nella squadra amatoriale del St Helens Town FC, dove era stato poi notato dagli osservatori del City.

Ma nonostante il suo valore indiscutibile, i tifosi inglesi non gli perdonavano il fatto di essere tedesco.

Da qui le suddette contestazioni al momento del suo ingaggio al Manchester City e nelle prime partite che giocò con la loro squadra.

Per la quale tifava anche gran parte della comunità ebraica cittadina.

A venirgli in soccorso e ad aiutarlo ad essere accolto, però, fu proprio il rabbino capo di quest’ultima, con una lettera accorata a suo favore che scrisse ai giornali della città.

Così, finalmente, Trautmann potette iniziare a giocare con più serenità con il Manchester City, del quale sarebbe presto diventato una leggenda.

Tanto che Gordon Banks, il portiere dell’Inghilterra campione del mondo nel 1966 e per molti il miglior portiere britannico di ogni tempo, ha sempre detto di essersi ispirato a lui.

Bernd (o Bert, all’inglese) Trautmann. Al quale, come scritto, è stato dedicato il film inglese “The Keeper”, uscito nella sale nel 2018.

Cinque anni dopo che Trautmann, “l’uomo di ferro”, ci aveva lasciato.

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