Racconti di sport. Voltati Eugenio

Roma, 17 settembre 2017  – Per noi che eravamo adolescenti in quella stagione 1979-80,  l’Inter di Bersellini resta ancora oggi una squadra mitica. L’ultima che vinse lo scudetto prima della riapertura agli stranieri dell’80.

Bordon in porta, Marini e Oriali Martini di centrocampo, Beccalossi, il genio e la coppia Altobelli-Muraro in attacco.  E in panchina lui, l’Eugenio. Il sergente di ferro, così detto per gli allenamenti duri e i ritiri lunghi e per la ferrea regola di fare sempre come diceva lui.  Un uomo tutto d’un pezzo, di quelli di una volta  con le palle. Passateci l’espressione. Di quelli di cui oggi si sente il bisogno.  Non a caso, oltre che quello scudetto, con l’Inter vinse anche due Coppe Italia e disputò una semifinale di Coppa dei Campioni.

Un bel personaggio, insomma, che oggi ci ha lasciato ad 81 anni nella sua casa di Prato.  Oltre all’Inter allenò anche il Cesena (con cui esordi in A), la Sampdoria, il Torino e la Fiorentina.

Per ricordarlo abbiamo usato il titolo di un celebre film. Famoso come è stato lui nel calcio più bello che abbiamo vissuto, quello degli anni ’70 e ’80.

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