Racconti di sport. Best. Semplicemente
Per alcuni era “il quinto Beatles”. Per altri “il Pelé bianco”. Per tutti è stato semplicemente “il migliore”. Irlandese di Belfast, stella del Manchester United campione d’Europa nel ‘68, idolo di una generazione di tifosi. Morto a 59 anni, oggi avrebbe compiuto 70 anni.
Roma, 22 maggio – In passato ho scritto di Paul Gascoigne e, mi rendo conto, l’accostamento con George Best è sin troppo semplice. Gascoigne l’ho visto dal vivo e Best al cinema (interpretato da John Lynch). Un bel film, per rivivere l’effervescente atmosfera britannica degli anni ’70. Periodo di speranze (molte) e disillusioni (molte).
George Best, negli anni ’60 e poi ’70, era molto ben presente e non poteva che esser così. Assieme alle sue donne ed ai compagni di squadra, uno su tutti, (Sir) Bobby Charlton. Il diavolo e l’acqua santa.
Epoca di miti, amplificata dalla crescente invasività dei media: c’è una scena del film (scena che ha dato i natali alla locandina pubblicitaria) in cui, dopo un goal, si ha l’impressione che a Best stia per esplodere il cervello. E m’ha fatto pensare al rovescio della medaglia, alla popolarità bifronte per cui, se non sei coi piedi per terra… Un paio d’esempi, per gradire. Prendiamo Dino Zoff o Francesco Totti. Alla loro età (calcisticamente parlando) si son presi il lusso di sbeffeggiare i ragazzini e non solo quelli. Poi prendete Best. Lascio a voi giudicare. Da quale parte state? Di nuovo, lascio a voi la scelta.
Per concludere, si direbbe che le strade del “genio” siano davvero infinite. Piedi per terra, per l’appunto, oppure… “fortemente appoggiati sulle nuvole”, come scrisse il grande Ennio Flaiano. Il quale, son sicuro, avrebbe (o avrà) trovato di suo gradimento gli aforismi del campione irlandese. Ne cito uno a caso: “Non sono mai stato in spiaggia, per arrivarci dovevo passare davanti ad un bar e mi sono sempre fermato prima di raggiungere l’acqua”.
Malinconicamente geniale!