Roma, 14 marzo – Edin Dzeko segna un gol da vero centravanti a Udine dopo essersene divorato uno gigante a Madrid in Champions.
Ma dei due qual è il vero Dzeko?
Se lo stanno chiedendo i tifosi della Roma e forse la verità sta, come al solito, nel mezzo. È un buon centravanti, che sa come si fanno i gol, ma forse non è il campione che tutti si aspettavano. Però è anche vero che i campioni nascono una volta ogni tanto e che i buoni centravanti spesso risolvono le partite e le stagioni, soprattutto se sentono intorno a loro la fiducia dell’ambiente. Quella che, forse, è mancata a Dzeko negli ultimi mesi, nei quali è apparso il bidone che non è.
Una sorte, a ben vedere, che lo accomuna a tanti centravanti della Roma del passato, che nel loro primo anno nella Capitale sono stai oggetto delle contestazioni anche feroci dei loro nuovi tifosi.
Così fu, ad esempio, per lo stesso Pruzzo, il “bomber” per eccellenza della storia della Roma, con la quale ha segnato 106 gol solo in campionato (138 quelli totali) e della quale è tuttora il secondo miglior marcatore di sempre dietro al fenomeno Totti. Anche lui, quando arrivò in giallorosso nella stagione 1978-79 in cambio di tre miliardi di lire più Bruno Conti al Genoa fu contestato. In molti lo chiamavano “culo di piombo” per la sua staticità in area, senza tener conto di quanto fosse determinante in zona gol. Purtroppo per lui, infatti, quello era il periodo dei centravanti di movimento (Paolo Rossi, Giordano) e non più di quelli statici, da area di rigore, dentro la quale, però, Pruzzo era implacabile, come ha poi dimostrato nella sua storia in giallorosso.
Contestato al primo anno di vita nella Roma, poi, fu anche il suo successore Rudi Voeller, che arrivò nel 1987 e che, in quel campionato 1987-88 segnò solo 3 gol (più 2 in Coppa Italia), complice un infortunio che aveva subito nel Werder Brema l’anno prima. “E’ rotto”, “è una bufala” dicevano i tifosi delusi, che invitavano anche il presidente Viola a rispedirlo al mittente. Ma una volta ristabilitosi, Voeller dimostrò il suo valore e in cinque stagioni nella Roma segnò 45 gol in campionato, 11 in Coppa Italia e 12 nelle coppe europee.
E che dire di Del Vecchio? Anche lui oggetto delle critiche feroci della piazza, alla quale mostrava polemicamente le orecchie dopo ogni gol? Con la Roma ha vinto lo scudetto del 2001 e in dieci stagioni ha segnato 62 gol in campionato, 8 in Coppa Italia e 13 in Europa, per un totale di 83 reti in 300 gare ufficiali. Non male, no?
Solo Prati, Montella e Batistuta non passarono sotto le forche caudine della critica di addetti ai lavori e tifosi, perché nella Roma andarono subito forti: 22 reti nelle sue prime due stagioni in giallorosso per Pierino “la peste” (41 totali in 118 gare alla fine dell’avventura con la Roma);18 reti in 31 gare più 3 in Europa nel suo primo anno per l’aeroplanino (103 in 252 partite ufficiali in giallorosso); 20 gol in 28 match per il “Re leone” nella sua prima stagione (33 in 87 gare ufficiali in giallorosso).
Insomma, caro Edin, alla Roma sono passati sempre grandi centravanti, di quelli con il numero 9 sulla schiena, che è poi anche il suo. Ma la maggior parte di loro, per affermarsi, ha dovuto superare un primo periodo di ambientamento difficile. Dunque non si disperi, che i 9 gol ufficiali che ha segnato finora (7 in 24 gare di campionato più 2 in 7 match di Champions) non sono affatto da disprezzare. Con l’augurio che da qui a fine stagione il suo bottino sia molto più consistente e che il tutto sia solo l’inizio di una grande carriera in giallorosso, che la possa accomunare ai memorabili numeri 9 che l’hanno preceduta da queste parti.