Roma, 28 dicembre – Nottingham, città del centro-nord dell’Inghilterra, famosa grazie al personaggio di Robin Hood e alla sua foresta, Sherwood, ma anche per la sua squadra di calcio, il Nottingham Forest, appunto, che è l’unico del panorama mondiale ad aver compiuto l’impresa di vincere due Coppe dei Campioni con un solo campionato.
E già, perché dopo aver conquistato il titolo inglese del 1977-78, è stato capace di vincere due Coppe dei Campioni consecutive (1979 e 1980) per poi finire pian piano nel dimenticatoio delle serie minori inglesi. Un’epoca d’oro che visse grazie alla splendida banda di campioni creata da quel genio della panchina che fu Brian Clough. L’uomo al quale si deve la meravigliosa avventura che vi stiamo raccontando.
Sulla panchina del Forest, Clough arrivò il 6 gennaio 1975, dopo essere stato esonerato dal Leeds United, che aveva guidato per appena 44 giorni, in una storia intensa e drammatica che poi divenne soggetto per un film famoso: “Il maledetto United”.
A Nottingham Clough e il suo assistente Peter Taylor si presero tutte le rivincite possibili e immaginabili. Prima conquistarono la promozione in First Division arrivando terzi nella Second Division del 1976-77. Poi vinsero subito il massimo campionato inglese 1977-78 trasformando il Nottingham in una delle poche squadre capaci di diventare campioni nazionali l’anno dopo essere state promosse. Quindi (e questo fu davvero grandioso) conquistarono per due anni di seguito la Coppa dei Campioni, trasformando il piccolo club del nord nell’unico della storia ad aver vinto più volte il massimo trofeo continentale che il campionato nazionale. Ecco perché quello splendido cammino del Forest, durato dal settembre ’78 al maggio 1980 (compresa la conquista della Supercoppa Europea nel 1979) è ancora oggi celebrato più come una leggenda che come storia. Perché la triplice impresa continentale di Clough e dei suoi ha davvero contorni leggendari, a cominciare dalla finale del 30 maggio 1979 all’Olympiastadion di Monaco di Baviera contro i campioni di Svezia del Malmoe, battuti 1-0 con un gol di Trevor Francis al 45’. Una rete che gli fece mettere in bacheca la prima Coppa dei Campioni, alla quale si aggiunse quella dell’anno seguente grazie ad un altro 1-0 (stavolta firmato dalla rete di Robertson), arrivato il 28 maggio 1980 al Santiago Bernabeu di Madrid contro l’Amburgo.
Un double fantastico che lanciò nell’Olimpo dei campioni calciatori oggi leggendari come il portiere Peter Shilton (primatista di presenze della nazionale inglese), il terzino destro Viv Anderson (primo giocatore di colore a vestire la maglia della nazionale dei tre leoni), il centrocampista Martin O’Neill, il trio scozzese John Robertson (ala), Archie Gemmill (centrocampista) e Kenny Burns (difensore) e il centravanti Trevor Francis, che nel febbraio del 1979 diventò il primo giocatore il cui cartellino venne comprato per un milione di sterline.
In quegli anni fantastici il Nottingham vinse anche due Coppe di Lega inglesi e una Charity Shield e poco conta che oggi militi in Seconda Divisione, perché la fama e la gloria che acquisì in quei tempi ormai lontani durano ancora oggi, tanto che da allora, quando si parla di Nottingham, non si pensa più solo a Robin Hood.