Roma, 26 marzo – La nazionale di Conte farà visita sabato alle 20,45 alla Bulgaria nel tentativo di dare un ulteriore scatto alla nostra già buona classifica nel girone di qualificazione ad Euro 2016.
La partita è certamente insidiosa e ci riporta alla mente un precedente confronto del 6 aprile 1968, quandola Nazionaleaffrontò i bulgari in un quarto di finale ad eliminazione diretta per l’Europeo dello stesso anno, che si sarebbe giocato proprio in Italia e che la nostra Nazionale l’Italia conquistò battendo la Jugoslavianella doppia sfida di Roma.
La gara giocata quel 6 aprile del ‘68 si disputò a Sofia nello stadio del Levski e vide prevalere i nostri avversari per 3-2. Era l’epoca della televisione in bianco e nero, dell’orario pomeridiano, dei pali delle porte quadrati e soprattutto non esisteva ancora la regola del gol in trasferta che valeva doppio in caso di parità nei due incontri. Quindi, in quella partita di andata, fu estremamente significativa la rete con cui Pierino Prati ridusse lo svantaggio da 3-1 a3-2 all’83’, consentendo poi al ritorno il 20 aprile a Napoli di superare i nostri avversari con due gol di scarto, anziché uno solo.
Al di là di queste annotazioni la partita fu molto complicata per gli azzurri, che affrontavano un avversario di cui poco si conosceva, essendola Bulgariaun paese situato al di là della cortina di ferro e, quindi, poco visibile al grande pubblico. Solo alcuni giocatori erano noti: Penev, Dermendjiev e soprattutto lo spauracchio Asparuchov, centrattacco di notevole forza. L’Italia, poi, dovette affrontare anche due grosse complicazioni come gli infortuni del portiere Albertosi (sostituito da Lido Vieri a metà ripresa) e del libero Armando Picchi, che fu relegato all’ala praticamente inutilizzabile, visto che non era ancora prevista la seconda sostituzione oltre quella del portiere.
Grande fu la determinazione, la cifra agonistica dei bulgari nei nostri confronti, naturalmente rafforzata anche da un tifo sugli spalti molto caldo, certamente spiegabile soprattutto per il blasone tecnico dell’Italia, appartenente oltretutto al “nemico” Occidente.
Oggi come oggi non c’è più questa contrapposizione Est-Ovest che caratterizzò gli anni della cosiddetta Guerra Fredda e la visibilità dei calciatori e delle relative squadre dei Paesi che prima erano al di là del Muro è sotto gli occhi di tutti.
Questa Bulgaria-Italia, però, rimane comunque un confronto insidioso, nel quale bisognerà vedere come i nostri atleti si comporteranno, se i dettami di mister Conte stanno andando sempre più a memoria e se vedremo impiegati gli “oriundi” Eder e Vazquez, che tanto hanno fatto discutere gli addetti ai lavori in questi giorni di vigilia.